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«Genitori, ponte naturale tra la scuola cattolica e la realtà circostante»

Sabato e domenica l’Associazione sarà riunita a Montecatini Terme per eleggere i nuovi organismi

Si svolgerà a Montecatini Terme sabato e domenica, 1 e 2 giugno, il XXI Congresso Nazionale elettivo dell’Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc).

Ogni Congresso è un’occasione privilegiata per una riflessione sul cammino percorso e sui passi ulteriori da compiere, riflessioni sempre importanti ed impegnative. C’è una tentazione facilmente riscontrabile oggi nelle attività umane, frutto di una certa approssimazione culturale delle persone, che è riscontrabile in molti aspetti della nostra vita, è di “dimenticare il già acquisito”, mentre una cultura rigorosa si costruisce nella continuità, garantendo la permanenza del già raggiunto, accanto al diritto-dovere di portare con la propria personalità una ventata di innovazioni. Questo vale anche per l’Agesc, che a livello nazionale prese avvio nel 1975, promossa da genitori di scuola cattolica che decisero - in un tempo difficile, sia per la società civile che per la comunità ecclesiale - di impegnarsi nella promozione dell’educazione, della famiglia, della scuola cattolica, della libertà di insegnamento e della libertà religiosa. E ciò rispondendo al bisogno fondamentale di recuperare la propria identità e il senso vero della propria vita. Consapevoli che le esigenze dell’uomo vanno valorizzate nell’unità della persona e rispondendo, per quanto possibile, al suo bisogno di essere educato e insieme di educarsi, e quindi al bisogno di apprendere, inteso sia nel senso di scoprire la realtà, sia nel senso di impadronirsi di un metodo di ricerca, di analisi e di verifica, per un recupero di quella capacità critica che oggi spesso sembra paralizzata.

Da qui l’impegno a sostenere la scuola cattolica e ad affermare il diritto delle famiglie di esercitare la libera decisione nella scelta dell’educazione scolastica per i figli. Su questi presupposti, sin dall’inizio, l’Agesc ha rappresentato e sostenuto il protagonismo dei genitori delle scuole cattoliche per una presenza attiva per, nella e con la scuola per la promozione di una libera scelta educativa cristiana e per un impegno cristiano in un contesto ecclesiale e sociale. Nell’udienza pontificia in occasione del ventennale dell’associazione (6 giugno 1998) San Giovanni Paolo II ci invitava non solo a rivendicare diritti, ma soprattutto ad operare in modo prioritario nella scuola cattolica in ambito ecclesiale, educativo e sociale, definendo così le tre dimensioni fondanti dell’associazione. Ecclesiale: l’appartenenza «alla vita della comunità cristiana aiuta i genitori credenti ad adempiere il loro compito educativo facendo della loro famiglia una piccola Chiesa chiamata a testimoniare i valori del regno di Dio nelle istituzioni umane». Essere associazione ecclesiale, ci ricordava, esige che l’opera dell’associazione, pur espletandosi prioritariamente in ambito educativo, non perda mai di mira l’annuncio salvifico e la missione evangelizzatrice della Chiesa.

Culturale: l’opzione fondamentale per il nostro futuro è fare ciò che si deve perché l’uomo sia sostenuto nello sforzo di valorizzare la propria umanità; ne deriva «l’attenzione alla dimensione formativa particolarmente urgente, perché a voi non è chiesto solo di rivendicare dei diritti». Sottolineava come nella scuola cattolica tale collaborazione si fonda sul progetto educativo cristianamente ispirato, che permette ai genitori di verificare le loro scelte ed all’istituzione scolastica di definire sempre meglio la propria identità e la proposta culturale e pedagogica.

Per questo richiamava la necessità che la scuola cattolica ponga singolare cura nella formazione dei genitori, perché essi possano acquisire consapevolezza dei loro compiti e competenze specifiche e come la presenza organizzata dei genitori all’interno della scuola cattolica costituisce un elemento fondamentale per la piena realizzazione del suo progetto formativo.

Socio-politica: i genitori sono come il «ponte naturale fra la scuola cattolica e la realtà circostante», compito che esige di portare «all’attenzione dei politici i problemi che riguardano l’educazione dei figli e la scuola cattolica, intervenendo nei cambiamenti in atto nella società e nella definizione dei progetti di riforme del sistema scolastico italiano», in quanto sono portatori della sensibilità e delle aspettative presenti nella società. È, pertanto, loro compito presentare alla scuola istanze relative agli orientamenti da offrire ai figli e condividere con i docenti gli interventi formativi sui quali la famiglia è chiamata a concorrere responsabilmente».

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Fonte:Avvenire