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«Soltanto una scuola aperta a tutti può cambiare in meglio la società»

I genitori fanno tesoro delle parole del presidente Mattarella all’inaugurazione dell’anno scolastico

Riecheggiano ancora in questi giorni le parole pronunciate dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valdidara e del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di apertura dell’anno scolastico a Forlì. Chi ha potuto ascoltare o leggere, chi era presente all’evento - e noi di Agesc c’eravamo con la nostra presidente ed il segretario - non può non essere rimasto colpito da alcuni passaggi. Ne è emersa un’idea di scuola che, come genitori Agesc condividiamo da sempre, così come chi ha a cuore il futuro dei nostri ragazzi e ragazze ed il futuro del Paese. Fondamentale l’attenzione per la persona nella concezione di La Pira che la scuola repubblicana pone al centro , offrendo a ciascuno quanto possibile per realizzare la personalità, al servizio di ogni singolo studente attraverso la comunità educante che si fonda su un patto educativo e l’attenzione al merito, che non è “meritocrazia” ma valorizzazione e capacità di conoscere e riconoscere l’impegno di ciascuno, sono aspetti fondamentali di uno sguardo “diverso” del nostro sistema scuola che sembra emergere.

«Ridare autorevolezza al ruolo del docente coinvolgendo sempre di più i genitori; alleanza educativa scuola famiglia », sono passaggi richiamati dal Ministro e, in modo particolare, dal Presidente della Repubblica. Un aspetto da sottolineare, nelle riflessioni emerse dall’evento di Forlì, è quello della crisi demografica. Questione che compare, seppur in forma indiretta, in un passaggio del discorso del Presidente Mattarella, laddove sottolinea la presenza particolarmente numerosa di studenti migranti o figli di migranti e pone l’accento sulla necessità del loro positivo inserimento: «Un decimo degli iscritti nei nostri istituti italiani sono studenti migranti o figli di migranti. Si tratta di un impegno educativo imponente – ha sottolineato Mattarella –. Studiano da italiani, apprendono la nostra cultura ed i nostri valori e possono costituire un grande potenziale per il Paese. Dal loro positivo inserimento può dipendere parte importante del futuro dell’Italia». Scongiurare il rischio di giovani vissuti fuori dall’istruzione vuol dire anche, per Mattarella e certamente per Agesc, scongiurare il rischio di creare grossi problemi e conflittualità a cui abbiamo purtroppo assistito di recente. Inoltre gli effetti della crisi demografica cominciano a farsi sentire ed i segnali ci sono nelle scuole pubbliche statali e nelle scuole pubbliche paritarie. Il calo di iscrizioni ha provocato anche quest’anno la cancellazione di classi nelle scuole dell’infanzia e nelle scuole primarie, impoverendo il tessuto sociale e culturale in cui le scuole che vengono chiuse si trovano. Questo aggrava oltremodo il peso e le difficoltà non solo di dirigenti e gestori ma anche di tanti genitori che spesso si trovano con una rete parentale insufficiente a supportare le necessità create da cambiamenti anche improvvisi.

Lo Stato, la comunità civile, deve dunque fare la sua parte pensando e programmando da subito gli interventi strutturali primari. Questa scuola che scandisce l’anno delle comunità, la scuola pubblica italiana ricca di passione e cultura di quanti la animano, è il laboratorio d’integrazione delle nuove generazioni. Una scuola aperta a tutti trova piena realizzazione in un sistema pubblico pluralista che realizza l’effettiva libertà di scelta educativa delle famiglie, superando il dilemma tutto italiano della funzione pubblica e gestione privata, che in tutti i Paesi europei è stata superata da decenni e che vede l’Italia fanalino di coda per questioni, che a questo punto sembrano essere solo ideologiche. Siamo convinti siano necessari coraggio e determinazione per l’assunzione lungimirante di scelte forti ed investimenti a lungo termine certi e strutturali che possano, al di là di ogni ostacolo, sostenere le famiglie nel pieno diritto del loro primato educativo sancito dalla Costituzione ma reso difficile dagli ostacoli economici non solo per questioni di rette, ma anche di spese scolastiche che gravano indistintamente su tutte le famiglie, vedi, per esempio, l’annosa questione dei libri di testo, che ogni anno si ripropone sempre più gravosa per l’economia familiare .

La scuola deve essere dunque di tutti e per tutti, senza esclusioni e con pari dignità. Chiudiamo citando Maria Montessori ricordata da Mattarella a Forlì: «La società umana non può cambiare senza che gli adulti e i bambini collaborino ». E cambiare in meglio aggiungiamo noi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte:Avvenire