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Scuola, tempo di scelte: valorizzare i talenti è nutrire la passione dei ragazzi

Da questa settimana le famiglie sono impegnate con le iscrizioni. L’importanza di una “bussola” per i genitori

«Il dado è tratto», potremmo dire prendendo a prestito la celebre frase che Cesare sembra aver pronunciato attraversato il Rubicone. Per molte famiglie infatti dal 9 gennaio primo giorno utile per le iscrizioni a scuola, sono iniziati i giorni della scelta, che come scrivevamo appena un mese fa, nella maggior parte dei casi è già stata fatta cercando di intercettare e mettere a profitto le attitudini dei nostri ragazzi e le loro aspettative di vita, di futuro pieno, realizzato.

Anche quest’anno questo passaggio fondamentale della vita di milioni di studenti e dei loro genitori è stato fatto in un contesto scolastico che attende da anni di essere rivisto perché se è vero che tutto cambia alla velocità della luce e ci ritroviamo, nostro malgrado, a fare i conti con programmi che saltano e prospettive che mutano, alcune questioni e problematiche riguardanti il mondo della scuola sono diventate, purtroppo, “strutturali”.

Lo diciamo perché soprattutto nel momento in cui si pensa e si soppesa la scelta di un indirizzo scolastico piuttosto che un altro per i propri figli l’avere davanti un sistema che permetta di fare questo passo contando su più elementi utili non è di poco conto.

C’è poi tutta la questione del rapporto scuola-mondo del lavoro che è stato ripreso anche recentemente dal ministro Valditara con un riferimento esplicito agli stage (anche questa una questione complessa e particolarmente importante).

È evidente che nel proporre, come associazione di genitori, una riflessione di questo tipo l’orizzonte al quale guardiamo è quello di una comunità, di una società, che nonostante le tante difficoltà deve “ragionare”, “pensare”, “progettare” a partire dal “noi”, vale a dire dal bene comune che è anche il bene di ciascuno.

Come Agesc abbiamo sempre sostenuto che ogni studente, ogni figlio è figlio di tutti perché appartiene a quella comunità che abbiamo imparato, anche a nostre spese come società civile, essere molto più interconnessa di quello che crediamo. Basta pensare al grande movimento di risorse umane giovanili che sta caratterizzando sempre di più la nostra epoca: giovani che per lavoro si spostano all’estero, che cambiano da un Paese all’altro; giovani che anche all’interno del nostro Paese continuano a dover “traslocare” per motivi di lavoro. La formazione di questi ragazzi, il loro percorso professionale, la soddisfazione con cui hanno intrapreso e vivono un percorso lavorativo ci interessa e ci tocca da vicino.

Ecco perché riavvolgendo il nastro e tornando a quella importantissima scelta del percorso scolastico da cui siamo partiti per la nostra riflessione crediamo che oggi più che mai sia indispensabile muoversi su più fronti perché il sistema scuola sia più moderno, efficace e di aiuto ai nostri ragazzi.

Scelte più pesate, ponderate, ma anche azzeccate grazie all’aiuto di diverse componenti, vogliono anche dire meno dispersione scolastica, più risorse per sostegno alle fragilità giovanili, più risorse umane ed intellettuali per la nostra società civile. Non ci sembra poco. In una recente trasmissione radiofonica un conduttore ironizzava relativamente al decreto ministeriale firmato la vigilia di Natale dal ministro Valditara che reintroduce il docente tutor: “…c’era già e si chiamava ripetizione…”, ironizzava il conduttore. Una battuta, naturalmente, ma che ci dà la cifra di come le cose debbano assolutamente cambiare anche per noi genitori: serve una visione che non pensi a tamponare le emergenze ma a come strutturare interventi di valorizzazione delle potenzialità di tutti i nostri ragazzi e di ciascuno. Con una battuta vorremmo dire che anche a noi genitori servirebbe un Tutor che ci aiutasse ad arrivare preparati alla condivisione con i nostri figli della scelta dell’indirizzo scolastico a momento opportuno. « Il problema degli altri è uguale al mio…», scriveva un grande pedagogista ed educatore, «sortirne insieme è politica, sortirne da soli è avarizia». Si chiamava don Milani e la grande attualità del suo messaggio ci dice quanta strada abbiamo da percorrere ancora insieme perché nessuno dei nostri ragazzi, in un giorno che ci auguriamo non lontano, vada perduto perché «la scuola ha un problema solo: i ragazzi che perde!» E oggi, potremmo aggiungere, i genitori che non coinvolge!

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Fonte:Avvenire