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Solo una scuola libera e autonoma può essere davvero «il battito della comunità»

L’auspicio del nuovo Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, si può realizzare mettendo al centro la scelta educativa della famiglia

Il governo Draghi è entrato nel pieno dell’operatività con la nomina dei sottosegretari. Nel frattempo nella scuola italiana si sta lavorando per un ritorno alla didattica in presenza con l’attivazione della rapida vaccinazione del personale docente e non docente (anche se per ora i medici non sono ancora pronti) e di tamponi agli studenti su scuole pilota per monitorare l’andamento della pandemia. Il nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha inviato una lettera di saluto ai docenti e agli studenti invitando tutto il mondo della scuola «ad andare oltre l’emergenza, oltre le solitudini e le difficoltà con fiducia ed energia». I genitori dell’Agesc si stanno preparando a questa intensa primavera con una serie di consigli nazionali in preparazione del Congresso che, probabilmente, per la prima volta nella sua storia dovrà svolgersi a distanza. In questo percorso si valuteranno le prospettive della presenza dei genitori nelle scuole paritarie e nella scuola italiana tutta dopo questa esperienza di due anni scolastici segnati dalla pandemia e dal distanziamento fisico.
Condividendo il richiamo finale del ministro nella sua lettera alla scuola («La scuola è il battito della comunità, è il futuro del Paese»), i genitori dell’Agesc riprendono fiduciosi il lavoro associativo a fianco delle scuole paritarie in questo periodo “straordinario” di annunciati grandi cambiamenti per l’Italia. Lo faranno iniziando dal Consiglio nazionale di domani, sabato 27 febbraio, dove si confronteranno le esperienze positive vissute in questi difficili mesi nelle varie parti dell’Italia.
Gli obiettivi ambiziosi del governo di rilancio dello sviluppo del Paese ci vedono attenti osservatori delle prospettive di completamento di alcune pre condizioni: il completamento effettivo dell’autonomia e il raggiungimento della parità scolastica. Sono due pre-condizioni “europee” per una ripartenza dello sviluppo iniziando dalla scuola una delle due agenzie educative (l’altra è la famiglia). Insieme ad un altro elemento: il sostegno alla natalità, vero spartiacque tra declino e sviluppo. Ed ecco grande importanza ed attenzione va data alla famiglia, colei che ha consentito alla società italiana di “tenere” durante questa epidemia. Nell'adattamento alle nuove modalità di lavoro dei genitori, della gestione dei figli in età scolare con la Dad, nel sostegno e presenza verso i familiari più anziani e fragili (che spesso sono rinchiusi in casa o in strutture), nell'impegno nel volontariato e nella società, nel rispetto delle dure regole di distanziamento e mobilità.
L’autonomia è il primo fattore che potrà consentire alla scuola di tornare “al centro” essere «il cuore della comunità » perché le scuole dovranno avere modo di organizzare la propria attività didattica in relazione alle comunità dove sono presenti e non viceversa. Le scuole “aperte” alla società civile dove tutti i nostri ragazzi abbiano effettiva cittadinanza. Partendo da ragazze e ragazzi con diverse abilità. Una scuola inclusiva che sostenga tutti i talenti dei nostri figli da chi è abile nello studio e chi è abile con le mani. Una scuola aperta in tutto il Paese (anche nei periodi estivi), partendo da un Sud che continua ad avere un’elevata dispersione scolastica. Una descrizione edulcorata dell’abbandono non della scuola da parte di giovani, ma di giovani da parte della scuola. Fenomeno cresciuto in questi mesi di didattica a distanza in aree prive di rete internet adeguata. La parità come libertà di scelta educativa delle famiglie (ricche e meno ricche) e libertà di insegnamento.
Nella scuola statale ricchi e meno ricchi mandano i loro figli gratuitamente, nelle altre scuole si deve pagare. A quando la parità? La libertà di insegnamento non deve essere vincolata al superamento dei concorsi pubblici che sono uno strumento di selezione di un datore di lavoro (lo Stato) ma da titoli di studio abilitanti.
La natalità. Tema complesso che coinvolge il mondo del lavoro, della scuola, di tutta la società. Si devono creare le condizioni che possono favorire le giovani coppie nel poter avere figli, senza vincoli ma con concreti sostegni economici per tutti senza discriminazioni di reddito ma guardando ai nuovi nati e con tutele nel mondo del lavoro e servizi sociali per i nuovi nati all'altezza di un Paese europeo, come aspira a diventare l’Italia.
Queste per noi “Genitori Agesc” sono le premesse per una nuova rinascita sotto la protezione della Mamma di Colui che ha dato la sua vita per la salvezza di tutta l’umanità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte:Avvenire