La qualità dell’insegnamento e la ricetta per gli esami (che non finiscono mai)
Le assunzioni nella scuola, il rischio di un travaso di posti tra paritarie e pubbliche, i giorni impegnativi della maturitàDopo tre giorni e tre notti di lavori serrati il Congresso straordinario dell’Agesc ha deliberato la modifica dello statuto e del regolamento per l’entrata nel Terzo settore. Tra gli argomenti oggetto di dibattito post congresso c’è stato quello delle assunzioni nella scuola. Nei prossimi mesi, dunque, saranno banditi concorsi per quasi 70.000 posti. Il vero problema – come ha evidenziato il presidente Frare – è il rischio di un travaso degli insegnanti dalle scuole paritarie a quelle pubbliche.
Ma perché la continuità e la qualità dell’insegnamento è così importante per lo studente? Certamente per la preparazione generale, ma anche per essere in grado di affrontare gli esami (terza media, maturità, università, esami di stato, concorsi…) che nella vita purtroppo non finiscono mai. L’esame di maturità, più di ogni altro – afferma lo psichiatra ed educatore del Csi Maurizio Colombo – segna lo spartiacque fra l’età giovanile e quella matura, e questo non solamente per il termine in sé evocativo. «Fino al conseguimento del diploma, il candidato si percepisce come subordinato rispetto al discente che è investito di una sorta di aura parentale. Aura della quale in seguito, gli esaminatori verranno spogliati durante le varie prove che verranno sostenute nel corso della vita. Questa premessa introduce un concetto fondamentale: in qualsiasi società – specialmente in una cultura fortemente competitiva – gli esami, per ricorrere al più abusato dei luoghi comuni, sono destinati a non finire mai. Intendendo il termine, come ovvio, nel senso il più lato possibile». Il loro impatto, limitandoci ad esaminare il problema, dalla sola angolazione del candidato, può variare notevolmente da soggetto a soggetto. «C’è chi, a distanza di quarant’anni, soffre ancora di incubi e chi, viceversa, ricorda con soddisfazione e la preparazione e il dibattimento. È comunemente accettato il principio secondo il quale un moderato grado di ansietà ha un effetto benefico sulla prestazione, poiché induce a superarsi e consente di reclutare tutte le energie psicofisiche per il raggiungimento dell’obiettivo, così come, in una situazione pericolosa, la paura, se tenuta sotto controllo, può avere un effetto salvifico.
Quando però essa ha una pesante ricaduta cognitiva e clinica si può configurare, in casi estremi, come un’autentica fobia sociale». Clinicamente si caratterizza con tutta una serie di sintomi, che vanno dalla sudorazione eccessiva, alla tachicardia alla cefalea, alle difficoltà di concentrarsi e prendere sonno, alla inappetenza, alla irritabilità ecc. fino, in casi estremi, a sfociare in attacchi di panico. Inoltre si può essere fortemente condizionati dal timore di accusare un black-out nel momento topico. Questo eccessivo timore, questa ansia prestazionale, o il ricordo di una precedente, traumatica esperienza, può condizionare il soggetto fino al punto da indurlo a non mettersi più alla prova. «Ne può conseguire la convinzione di valere meno degli altri, di non essere in grado di raggiungere gli obiettivi prefissi, il tutto accompagnato da sentimenti di vergogna, di inadeguatezza e di depressione». La vita mette invariabilmente alla prova ed è assurdo e diseducativo, pensare di aggirare tutti gli ostacoli: «In questo senso la nostra società mostra una tendenza colpevolmente decadente tutta volta ad edulcorare la realtà, ad illudere i giovani cercando di appianare loro tutte le difficoltà infiacchendoli sotto il manto di un iperprotettivismo estremamente pericoloso – continua Colombo –. Il processo di maturazione e di consolidamento del carattere, avviene attraverso la consapevolezza che un’esistenza dignitosa comporta il continuo mettersi alla prova, il rispettare gli impegni, il farsi carico delle proprie responsabilità, il temprarsi affrontando con coraggio ed energia i cimenti che la vita presenta con ineluttabile continuità ». Ecco un compito importante della famiglia, che è un luogo privilegiato dove le tensioni possono trovare adeguati spazi di comprensione e sostegno. Una lezione di cui far tesoro in questo tempo di esami, e sempre.
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