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«Paritarie, riconosciuto valore civile»

Agesc, Cdo, Cnos, Ciofs, Faes, Fidae e Fism: «Importante scelta trasversale, la scuola non è terreno di scontro». Soddisfazione e proposte da Cism e Usmi

Le associazioni del settore: l’aumento dei fondi è il frutto di un lungo lavoro di squadra.

La soddisfazione è evidente. Non tanto per le risorse – 150 milioni in più per le scuole pubbliche paritarie che fanno salire così il fondo a 300 milioni – quanto per il percorso che ha portato all’approvazione dell’emendamento in commissione Bilancio. Le associazioni di genitori e gestori di scuole paritarie, il giorno successivo all’importante novità per il settore inserita nel decreto Rilancio, non nascondono l’entusiasmo per un risultato chiesto da tempo: attenzione per gli alunni delle paritarie, dimostrando che anche questi istituti fanno parte a pieno del sistema scolastico del Paese in posizione paritetica rispetto alla scuola statale.

Un traguardo frutto del «lavoro di squadra» che in questi 120 giorni ha impegnato le associazioni che considerano la deci- sione del Parlamento «un passo importante nella direzione di considerare, finalmente, le scuole paritarie parti costitutive del sistema nazionale di istruzione, realtà sociali che svolgono un servizio pubblico e rappresentano una risorsa importante per tutto il Paese». Ma Giancarlo Frare (presidente nazionale Agesc), Marco Masi (presidente nazionale Cdo Opere Educative), Pietro Mellano (presidente nazionale Cnos Scuola), Marilisa Miotti (presidente nazionale Ciofs scuola), Giovanni Sanfilippo (delegato nazionale per le relazioni istituzionali Faes), Virginia Kaladich (presidente nazionale Fidae), Luigi Morgano (segretario nazionale Fism) sottolineano soprattutto il valore politico della decisione di aumentare i fondi alle paritarie; una scelta che «ha coinvolto parlamentari sia di maggioranza che di minoranza ed è un fatto particolarmente significativo», dimostrando che la scuola «non è terreno di scontro politico».

Non è stato un percorso in discesa. In questi mesi, infatti, le associazioni hanno espresso amarezza per essere state, nel decreto Cura Italia, di fatto messe in un angolo senza tutele e risorse, destinate invece per la didattica a distanza alla scuola statale. Da qui il rischio sopravvivenza per tre istituti su 10, con conseguenze per famiglie e lavoratori, tanto che in queste settimane anche la Conferenza episcopale italiana ha messo a disposizione 20mila borse di studio per gli alunni delle paritarie. Ma il grido d’allarme delle associazioni (si rischiava di avere circa 300mila alunni che si sarebbero riversati nelle scuole statali) è stato

raccolto quasi all’unanimità dalle forze politiche due giorni fa. Solo il M5s ha parlato di «errore» sull’aumento dei fondi.

Considera «un cammino in avanti » la decisione del governo la presidente Fidae Kaladich, perché «dei 300 milioni, 180 saranno dedicati alla fascia 0–6 e i restanti 120 dai 6 anni in poi, superando lo scoglio dei 12 anni come era all’inizio». Alunni e genitori così potranno «continuare ad esercitare la loro libertà di scelta educativa, non depauperando il Paese del patrimonio di cultura, valori e qualità che sono le scuole paritarie ». Ma ora si guarda a settembre per «ridare dignità alla scuola tutta». A sottolineare, inoltre, il valore «morale e politico » della decisione è il presidente Cism (Conferenza italiana Superiori Maggiori) padre Luigi Gaetani, per cui è stato riconosciuto anche «il valore civile della scuola paritaria e il ruolo coessenziale e paritetico di questi istituti». È lui anche a tornare sulla proposta, «sempre valida», fatta insieme all’Usmi (Unione superiore Maggiori d’Italia) di mettere a disposizione i loro spazi per lezioni in sicurezza. Per la responsabile Usmi madre Yvonne Reungoat, poi, «è significativa la trasversalità della decisione, segno che si riconosce l’educazione come base per il futuro». Parla di «doppia soddisfazione», il presidente Agesc Frare, per l’approvazione bipartisan dell’emendamento e «per la parità data alle famiglie di scegliere in libertà l’educazione per i figli». Tuttavia per lui si ha davanti un «cantiere aperto per l’estate», perché non si smetterà di vigilare fino alla riapertura delle scuole». Il raddoppio del fondo è proprio la richiesta avanzata dalla Fism (Federazione scuole materne), con il presidente Luigi Morgano che un giudizio «positivo per l’attenzione dimostrata al tema infantile».

Ora, osserva la vicepresidente del Forum delle Associazioni famliari Maria Grazia Colombo, bisogna «risolvere definitivamente la discriminazione» prevedendo «uno strumento certo e serio per il finanziamento delle paritarie dopo l’emergenza Covid-19».

Avvenire del 5 luglio 2020 - Alessia Guerrieri