«Due ore al giorno di video frenano la crescita cognitiva»

«Lancet» rilancia uno studio sui bimbi
«Due ore al giorno di video frenano la crescita cognitiva»

Due ore, non un minuto di più. Tanto è il tempo massimo che, ogni giorno, i genitori dovrebbero concedere ai propri bambini per film, cartoni animati, applicazioni interattive e videogiochi.

Oltre questa soglia, qualsiasi attività esercitata davanti a uno schermo (televisione, computer o smartphone) può risultare dannosa per lo sviluppo della loro intelligenza. A dirlo è uno studio pubblicato dalla nota rivista scientifica The Lancet nell’edizione dedicata alla salute dell’infanzia e dell’adolescenza. Un gruppo di esperti ha elaborato i dati derivanti dall’osservazione di alcuni bambini, tra gli 8 e gli 11 anni, e li ha poi incrociati con quelli raccolti durante i colloqui e i test cognitivi a cui sono stati sottoposti. Ciò che gli scienziati hanno posto sotto esame non è stata solo la loro memoria ma anche attenzione, velocità di elaborazione dei concetti, attitudine all’esecuzione dei compiti richiesti.

Il risultato è che i bambini più scattanti, abili e curiosi, in sostanza, i più intelligenti, sono quelli abituati a stare alla larga dagli schermi e a trascorrere il tempo libero facendo sport o qualsiasi attività ricreativa in movimento. Quelli che si distinguono – dice la ricerca – sono anche i piccoli educati al sonno regolare. Peccato, dunque, che poco più della metà dei bambini coinvolti nell’osservazione abbia soddisfatto la raccomandazione sul sonno, il 37% quella sullo schermo, il 18% quella sull’attività fisica. Solo un bambino su 20, evidenzia il report, rispetta tutte e tre le condizioni per la perfetta crescita intellettiva.

C’è da preoccuparsi? Nonostante la ricerca pubblicata da The Lancet sia puramente «osservativa», nel senso che non stabilisce un nesso certo tra causa ed effetto, gli esperti mettono in guardia famiglie ed educatori sui possibili rischi derivanti dalla malsana (spesso inconsapevole) abitudine di lasciare i piccoli in compagnia della televisione.

È questo, infatti, ciò che sembra danneggiare di più la loro crescita. La maggior parte di quelli intervistati trascorre davanti agli schermi, ogni giorno, quasi quattro ore, il doppio del tempo raccomandato.

Jeremy Walsh, scienziato del Cheo Research Institute di Ottawa, spiega che «sono necessarie ulteriori ricerche sui collegamenti tra tempo di visualizzazione e cognizione», ma «pediatri, genitori, educatori e responsabili delle politiche farebbero bene a limitare il tempo concesso per le attività svolte davanti a uno schermo e dare priorità a una sana routine del sonno».

Avvenire del 28 settembre 2018