Diciamo no al pensiero unico e alla falsità

Essere presidente di una associazione di genitori significa anche essere responsabili della comunicazione della sua vita, delle sue battaglie e dei suoi ideali all’esterno e all’interno. Nel mondo della disinformazione e delle notizie false
Diciamo no al pensiero unico e alla falsità

Il Messaggio di Papa Francesco per la 52ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, “‘La verità vi farà liberi’ (Gv 8,32). Fake news e giornalismo di pace”, continua a coinvolgere le associazioni aderenti al Copercom. Ciascuna si interroga sul testo papale, contribuendo così, non poco, al discernimento e al bene comune. Gli interventi dei presidenti di Agesc, Anspi, Fism e Masci lo testimoniano, offrendo anche piste di ricerca per niente scontate.

“Essere presidente di una associazione di genitori significa anche essere responsabili della comunicazione della sua vita, delle sue battaglie e dei suoi ideali all’esterno e all’interno. Nel mondo della disinformazione e delle notizie false – afferma Roberto Gontero, presidente dell’Associazione genitori scuole cattoliche – ci ritroviamo spesso a leggere fake news che diffamano ad arte la scuola pubblica paritaria spacciandola per attività speculativa e quindi per diplomificio; molto spesso abbiamo sentito o letto che ‘dare i contributi alla scuola privata vuol dire toglierli alla scuola statale che è già povera’. In molti dibattiti ci siamo dovuti confrontare con la distorsione della realtà che dimostra esattamente il contrario sia per la qualità dell’insegnamento nelle scuole non statali, spesso molto esigenti con gli studenti in termini di apprendimenti e di prassi educative, sia per la gestione oculata delle risorse, sia quelle fornite dalle famiglie che le poche che arrivano dallo Stato”. Inoltre, “quale fatica occorre fare per evidenziare la verità sul tema della famiglia e della vita in questi tempi in cui media e classe politica sono assoggettati ai poteri forti che determinano l’opinione pubblica e generano un pensiero unico basato solo sull’autodeterminazione e i diritti dell’individuo senza legami”.
Nel “nostro cammino associativo – spiega Gontero – cerchiamo di aiutare i genitori delle scuole cattoliche ad aumentare la propria capacità di ascolto e di discernimento al fine di raggiungere una condivisione della verità delle cose”. L’Agesc “non ha mai ricercato il sensazionalismo o lo scoop nel divulgare le proprie convinzioni formate da una storia lunga 43 anni che ci richiama alla primaria responsabilità educativa verso i nostri figli, al diritto alla libertà di scelta della scuola scritto nella Costituzione italiana, al patto educativo tra famiglia e scuola”.
“Informare i genitori su tutto quanto riguarda la scuola, e non solo – continua Gontero –, è un compito necessario nel mondo dell’attuale disinformazione e lo assumiamo come un servizio a favore delle nostre famiglie ma anche come un dovere civile a favore di tutti”. “Aver trovato dei luoghi educativi come le scuole cattoliche dove si punta sulla relazione interpersonale e si combattono individualismo e qualunquismo è un tesoro che non possiamo non desiderare che sia ‘per tutti’”. Per questo, conclude Gontero, “sentiamo nostre le parole di Papa Francesco quando sostiene che ‘il miglior antidoto contro le falsità non sono le strategie ma le persone’ e siamo in cammino con Lui ‘per generare fiducia e aprire vie di comunione e di pace’”.

Giuseppe Dessì, presidente dell’Associazione nazionale San Paolo Italia, inizia il suo commento citando un caso storico: “Nel 1594, quando il vescovo inviò san Francesco di Sales a predicare nello Chablis, questi si ritrovò di fronte a un muro di ostilità: nella regione, divenuta calvinista, nessun prete cattolico era tollerato. Lui non si perse d’animo: su piccoli fogli, che diffondeva nelle case o appendeva ai muri, iniziò a spiegare la dottrina cattolica. Senza astio, né condanne: un tono sereno che riconquistò lo Chablis al cattolicesimo. È questa – osserva Dessì – l’incarnazione del versetto di Giovanni che Papa Francesco ha scelto per il suo Messaggio: ‘La verità vi farà liberi’”.
“Abbiamo sempre creduto nella comunicazione e anche nell’era dei social network non abbandoniamo la strada indicata dal nostro fondatore (monsignor Battista Belloli, ndr) che negli intenti già condensava le parole del Santo Padre: ‘La verità è ciò su cui ci si può appoggiare per non cadere’. Se dopo 55 anni siamo ancora in piedi – sottolinea Dessì – lo dobbiamo anche a questa lezione”.

Per Biancamaria Girardi, presidente della Federazione italiana scuole materne, “è insito nell’uomo cercare la verità, ma non sempre ciò che riteniamo verità è tale. A volte ci lasciamo influenzare dalla moda, dall’opinione comune ed accogliamo come vero ciò che in quel momento ci attrae o ci soddisfa, ci lasciamo condizionare”. Ecco allora “l’importanza dell’educazione: ‘educare al bello, al buono, al vero’” . Come fare? “Punto di partenza: impegno ad educare il soggetto nella sua totalità, oltre che ad acquisire competenza. Appare” pertanto “rilevante la consapevolezza, da parte dell’educatore, che la cultura moderna ha il pregio di aver scoperto la libertà, ma non sempre riesce a gestirne i processi. Diviene” quindi “fondamentale porre attenzione all’educazione della persona, strettamente correlata all’educazione della fede. A tale proposito la dimensione educativa-educante e la dimensione personale possono dare un contenuto educativo-formativo, nel rispetto di tutti”.
In “un contesto relativistico – prosegue Girardi – è naturale che sia complesso educare, ma avendo ricevuto questo grande amore, cresciuto in un contesto di trascendenza, è possibile educare, pensando al dialogo come strategia privilegiata e vivendo l’educazione come esperienza di liberazione”. “L’esito del successo educativo – aggiunge – è sempre un risultato escatologico, non può esistere se non all’interno della comunità educante”. Ricordando “le parole del cardinale Martini che alla domanda ‘chi è l’educatore cristiano’ rispose che è colui che sa promuovere processi educativi più nuovi e preziosi e sa accogliere ed amare chi e coloro che sono disposti ad accogliere il presente e a pensare al futuro”. Infine occorre, conclude Girardi, “non dimenticare che la scuola non può fare questo senza pensare a redigere un progetto partendo dalla costruzione di un rapporto scuola-famiglia al fine di operare in sintonia, per il bene dei bambini, degli alunni e degli studenti”.

“Da persona appartenente ad una realtà che ha il proprio radicamento nei valori dello scautismo, leggendo il bel Messaggio di Papa Francesco mi viene spontanea una riflessione sullo ‘stile’ da adottare nelle nostre comunicazioni perché queste siano a servizio della verità e dell’uomo”, commenta Sonia Mondin, presidente del Movimento adulti scout cattolici italiani.
“Socrate – ricorda – c’invitava a prenderci del tempo prima di raccontare qualsiasi cosa, per filtrare in tre setacci quanto abbiamo da esprimere. Il primo setaccio è quello di verificare se è vero quanto stiamo per dire. Se vero fosse, chiediamoci poi se è pure buono. Ma il vero e il buono a volte non bastano: facciamo passare l’elaborazione del nostro pensiero per l’ultimo setaccio, ossia se quanto diciamo è pure utile. Ecco, riprendiamoci questo tempo, per verificare il Buono il Vero e l’Utile, per ogni nostro comunicare, e dove c’è falsità, o Signore, facci diventare strumenti di Verità!”.

Copercom 2 febbraio 2018 link