Cinque giorni «offline» per 14 ragazzi

Niente tecnologie né relazioni virtuali per alcuni studenti del liceo «Newton», che ha accolto una proposta della «community» di «ScuolaZoo»
Cinque giorni «offline» per 14 ragazzi

Cinque giorni senza alcun contatto con la tecnologia e i canali social: un esperimento, nel segno del ritorno ai rapporti interpersonali 'di una volta', che coinvolge 14 ragazzi della quinta A del liceo scientifico paritario Isaac Newton di Brescia. «Un esperimento socio-antropologico », come lo ha definito il docente di inglese, Stefano Anzuinelli, proposto in via esclusiva all’istituto bresciano dalla communityper studenti 'ScuolaZoo'. «L’idea è nata guardando l’ultimo film di Federico Moccia, Non c’è campo, che ben descrive la dipendenza da cellulare di tutti gli adolescenti. Ora siamo curiosi di sapere come cambierà la vita di questi ragazzi, le loro abitudini quotidiane, le relazioni con gli amici ma anche il loro modo di studiare», ha spiegato Valeria Roscioni, responsabile editoriale del sito, che lunedì ha aperto, di fatto, il progetto pilota, «che forse potrebbe essere il primo di una lunga serie».

Gli studenti interessati hanno quindi impostato i loro smartphone in 'modalità aerea', bloccando di fatto ogni tipologia di connessione fino a venerdì prossimo. Non potranno utilizzare alcuna tecnologia né a casa né fuori. Il team di ScuolaZoo supervisionerà costantemente le ultime connessioni sui social network e controllerà il traffico dati di ogni partecipante a cui, quotidianamente, viene chiesto di esprimere le proprie sensazioni di questa nuova vita, trasmesse poi in pillole di 60 secondi su Instagram di ScuolaZoo, che può contare ben tre milioni di followers. L’iniziativa è simile a «un reality e chi vuole potrà ritirarsi », hanno precisato i promotori. L’iniziativa ha entusiasmato anche i genitori e i docenti dell’istituto superiore bresciano, che hanno parlato di «una bellissima esperienza per i ragazzi: scopriranno un mondo a loro sconosciuto fatto esclusivamente di comunicazione reale». Molti giovani «presentano grandi difficoltà a confrontarsi con la realtà esterna senza uno schermo e una tastiera che pongano una distanza con l’altra persona», ha detto la preside Giada Andreoli. Ora non rimane che attendere per verificare se gli interessati sono riusciti a vivere una vita 'distante' dai social almeno per alcuni giorni.

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