Cosa succede se la scuola entra nelle case

Sulla rivista dell'UCIIM, un articolo di Maria Grazia Colombo, vicepresidente nazionale Forum delle Associazioni Familiari
Cosa succede se la scuola entra nelle case

“Per la prima volta non sono i ragazzi che vanno a scuola ma la scuola che va ai ragazzi. Due considerazioni al riguardo: la prima riguarda il fatto che con questo «tsunami» la tecnologia a scuola invece di essere qualcosa che sostituisce la presenza del docente, è qualcosa che ne consente la presenza. E questa è una rivoluzione. La seconda è che l’apprendimento che la lezione a distanza consente è accompagnato da emozioni positive e per questo è molto efficace, non perché sia diversa la lezione ma cambia il significato: il docente dice al ragazzo:» Io ti vengo a prendere attraverso la webcam» perché mi «interessi» e mi stai a cuore educativamente. Come possiamo noi genitori non essere attenti a ciò?”.

È un brano tratto dall’articolo di Maria Grazia Colombo, vicepresidente nazionale del Forum delle Associazioni Familiari, pubblicato sull’ultimo numero di “La scuola e l’uomo”, rivista dell’associazione professionale UCIIM.

“La scuola – continua Colombo – è una compagnia educativa fatta di volti e relazioni, magari faticose ma concrete, reali. La scuola non deve lasciare indietro nessuno, deve essere libera e aperta a tutti mettendo in pratica il pluralismo culturale ed educativo. Tutto il mondo della scuola è in movimento e questo tempo ha il merito di aver aperto prospettive nuove, più autonomia, oltre che di aver confermato una scuola della formazione che aiuta i ragazzi a decodificare la realtà attraverso degli strumenti diversi”.

In questa situazione – conclude l’autrice – si aprono nuove possibilità: “Abbiamo parlato tanto di alleanza scuola e famiglia, di corresponsabilità educativa ed ora è arrivato il tempo per noi genitori di giocare un ruolo molto ma molto interessante”.

Leggi l’articolo integrale “La scuola entra nelle case”.