A Tirana il taglio del nastro della scuola che parla italiano
Al via il progetto voluto dalla Dante Alighieri - Da settembre le prime 5 classi. Direttrice Sara Alesi, missionaria del Cammino neocatecumenale. Riccardi: due Paesi legati da una simpatia profondaTrenta vocine intonano all’unisono 'Quarantaquattro gatti'. Le note allegre escono dalla villetta in stile liberty e si mischiano coi suoni della strada. Nulla di strano, se non fosse che il coro, degno dello Zecchino d’oro, è fatto di bambini albanesi che stanno cantando in un cortile di Rruga Qemal Stafa 133, animata via di Tirana a un chilometro da piazza Skanderbeg. Benvenuti alla Dante Alighieri, la prima scuola italiana nel paese delle aquile, tessera importante del progetto di rilancio della lingua italiana nel mondo sostenuto dal governo. Un finanziamento per il triennio 2017/2019 che coinvolge i ministeri dell’Istruzione, dei Beni culturali, degli Esteri, ma soprattutto la società Dante Alighieri, che ha messo il turbo a questo progetto-pilota. È una giornata importante. Per l’inaugurazione è arrivato dall’altra parte del mare Andrea Riccardi, presidente della Dante. Un colpo di forbice e il nastro rosso cade tra gli applausi - tra gli altri dell’ambasciatore d’Italia in Albania Aberto Cutillo, della ministra albanese per la Tutela delle imprese, Sonila Qato, del sindaco di Tirana, Erion Veliaj, del Nunzio apostolico Charles John Brown. Il coro dei bambini, conscio della solennità della circostanza, intona gli inni italiano, albanese ed europeo. Un bell’edificio del 1929, progettato da un italiano e ora completamente ristrutturato, torna a parlare d’Italia in questo paese storicamente legato alla vicina Penisola. Il professor Riccardi ricorda la sua prima volta qui negli anni ’80: «Allora l’Italiano era la lingua della libertà. Negli anni ’90 è diventata la lingua della speranza in una vita migliore. Oggi l’italiano vuole dare parole alla simpatia profonda che lega questi due paesi, nella prospettiva di un comune destino europeo».
Riccardi ripercorre la lunga storia della Dante Alighieri, fondata nel 1889 da Giosuè Carducci, radicata oggi in 482 comitati in Italia e all’estero: Cina, Australia, Territori dell’Autonomia palestinese, Stati Uniti, Israele, Giappone. Ma questa di Tirana è la prima scuola italiana sostenuta direttamente dalla Dante Alighieri, battezzata col suo marchio di eccellenza. Nella capitale albanese c’è la scuola inglese, francese, tedesca, perfino turca e finlandese. Ma italiana no. A settembre dunque partirà il ciclo della primaria, con cinque classi, nel 2019 è previsto l’ampiamento ai quattro anni della scuola media albanese, per offrire il percorso completo dell’obbligo.
Un progetto che punta molto sulla qualità della didattica, con l’insegnamento di tutte le materie in italiano, più storia, lettere e geografia albanese. Nel pomeriggio corsi di italiano con certificazione Plida della Dante, per bambini esterni e adulti. Classi da non più di 15 alunni, niente cattedra perché le maestre stanno sempre tra i banchi. La retta è la metà delle scuole private albanesi, molto richieste a causa delle grandi difficoltà della scuola pubblica: classi da 40 bambini e assenza di riscaldamento sono la norma, qui, non l’eccezione.
Una storia di eccellenza italiana quindi, che nasce dall’incontro tra il progetto di tre donne, tre maestre italiane, con il progetto della Dante Alighieri. Sara Alesi, 39 anni, di Ascoli Piceno, è la responsabile didattica. Qui insegna anche suo marito Nazareno e le sue amiche Concetta e Daniela. Le tre amiche hanno fondato una società per creare una scuola. «Nel mezzo del cammin di nostra vita abbiamo incontrato la Dante Alighieri – scherza la direttrice Alesi – e la nostra passione, la scelta didattica dell’italiano, la centralità del bambino sono piaciute molto alla Dante».
Ma a scavare un altro po’ viene fuori una storia che spiega qualcosa in più di questa passione per l’educazione. Sara Alesi e il marito sono missionari del Cammino neocatecumenale. Prima un anno e mezzo in Kosovo, ora da tre in Albania. Come tutti i missionari laici deve lavorare, per mantenere la famiglia. Nel suo caso fatta di nove figli. Sara Alesi non ha dubbi: è la Provvidenza che l’ha fatta incontrare con Dante Alighieri.
Avvenire del 30 maggio 2018