Le associazioni: zero fondi vuol dire farci chiudere

Tutte le sigle, con l’appoggio delle conferenze nazionali delle congregazioni maschili e femminili, invitano il governo a cambiare rotta. «Basta discriminare 866mila famiglie»
Le associazioni: zero fondi vuol dire farci chiudere

«Ancora una volta 866mila alunni, 100mila lavoratori e oltre 13mila scuole paritarie non sono considerati». Parole gravi e piene di delusione quelle che in un comunicato congiunto le associazioni della scuola cattolica paritarie, mettono nero su bianco. Lo fanno davanti alla circolazione di alcune bozze del decreto legge «Rilancio » nel quale, stando alle anticipazioni, non sono previsti fondi per le scuole paritarie che, con la legge 62/2000 fanno parte dell’unico sistema scolastico nazionale. «Zero risorse per le scuole paritarie vuol dire farle chiudere» dicono senza mezze misure le associazioni. «Nelle bozze si prevedono risorse straordinarie, quasi 1,5 miliardi per l’istruzione (per la sicurezza degli ambienti, per i dispositivi sanitari, per contenere il rischio epidemiologico, per la strumentazione didattica...), ma solo per la scuola statale» aggiungono le associazioni. E proseguono: «Per i servizi educativi e le scuole dell’infanzia non statali si prevedono complessivamente risorse per 80 milioni del tutto inadeguate e di gran lunga inferiori a quelle richieste dallo stesso Parlamento nelle settimane scor- se».

Ma ancora una volta l’associazionismo della scuola paritaria cattolica rivolge un appello al governo affinchè «nel provvedimento finale sappia tenere nella giusta considerazione i diritti delle persone: alunni/ studenti, famiglia, personale delle scuole paritarie ed evitare così ulteriori e ingiustificabili discriminazioni».

Mai come in questi ultimi anni le sigle della scuola cattolica paritaria fanno sentire insieme la propria voce. E così in calce a questo comunicato dai toni duri e amari seguono le firme di Giancarlo

Frare presidente nazionale Agesc (genitori scuole cattoliche), Marco Masi presidente nazionale CdO Opere Educative, Pietro Mellano presidente nazionale Cnos Scuola, Marilisa Miotti presidente nazionale Ciofs scuola, Giovanni Sanfilippo delegato nazionale per le relazioni istituzionali Faes, Virginia Kaladich presidente nazionale della Fidae (che riunisce elementari, medie e superiori) e Luigi Morgano segretario nazionale della Fism (materne e asili). E a loro giunge anche il sostegno delle presidenze nazionali della Cism (Conferenza Italiana Superiori Maggiori) e dell’Usmi (Unione Superiore Maggiori d’Italia.

Insomma davanti a queste anticipazioni sull’ennesima 'dimenticanza' le associazioni richiamano le istituzioni a non cancellare questo patrimonio scolastico e pedagogico al servizio del Paese. «Attendiamo di vedere il testo del provvedimento – avverte Luigi Morgano segretario nazionale della Fism – e speriamo che il testo sia diverso dalle bozze». Preoccupata anche Virginia Kaladich: «Aspettiamo di vedere. È il gioco il diritto di scelta delle famiglie, che iscrivono i loro figli nelle nostre scuole. Sono cittadini italiani come tutti gli altri e non comprendo perché siano discriminati».

Avenire del 12 maggio 2020 - Enrico Lenzi