Per la crescita del Paese investire su Educazione, Natalità e Famiglia

Per far crescere il nostro Paese è necessario che la politica allarghi gli orizzonti delle proprie scelte tenendo conto di alcuni fattori finora trascurati, ma essenziali per una piena crescita e per evitare derive negative difficilmente recuperabili.
Per la crescita del Paese investire su Educazione, Natalità e Famiglia

Documento AGeSC in vista delle prossime Elezioni Politiche Nazionali

Per far crescere il nostro Paese è necessario che la politica allarghi gli orizzonti delle proprie scelte tenendo conto di alcuni fattori finora trascurati, ma essenziali per una piena crescita e per evitare derive negative difficilmente recuperabili. Tre sono i campi in cui l’Italia è in grave ritardo: la ripresa della natalità, per garantire un futuro al Paese in tutti i settori; il sostegno alla famiglia, per assicurare una migliore convivenza e coesione sociale; la promozione dell’educazione, per una piena crescita delle persone dal punto di vista umano e professionale. Senza risolvere adeguatamente questi problemi, il Paese rischia di fallire il proprio sviluppo, anche economico, su cui si sono finora unicamente concentrate le scelte politiche. Per questo chiediamo ai partiti ed alle coalizioni politiche che si confronteranno nella prossima tornata elettorale di affrontare questi nodi e proporre nei propri programmi soluzioni adeguate da sottoporre alla scelta dei cittadini.

Educazione
Per quanto riguarda il tema dell’educazione, che più direttamente interessa un’associazione di genitori della scuola come la nostra, l’AGeSC ritiene che sia ora di intervenire garantendo una reale libertà ai soggetti che compongono l’ambito scolastico. Massicce immissioni di personale e di fondi in un sistema fondamentalmente monopolistico e burocratico come la scuola statale italiana non hanno accresciuto la qualità del sistema scolastico che resta agli ultimi posti in Europa: bisogna assicurare in tutti i livelli di istruzione autentica autonomia a tutte le scuole, statali e non statali, per garantire un sistema pluralistico grazie al quale tutte le famiglie possano esercitare liberamente il proprio diritto di scelta e per creare una proficua emulazione tra istituti dell’unico sistema nazionale di istruzione, permettendo la piena e libera espressione professionale di docenti e dirigenti.
In particolare riguardo alla parità l’AGeSC chiede un impegno preciso per dare attuazione alla legge 62/2000 attraverso la realizzazione della “quota capitaria”, prevista dalla legge 107/2015, in tutte le scuole del sistema paritario dall’infanzia alla secondaria di secondo grado. In attesa della definizione del “costo standard” di ogni alunno in base al quale sarà definitivamente determinata , la “quota capitaria” dovrà basarsi da subito sul “costo medio per studente”, già calcolato dallo Stato, in una percentuale iniziale non inferiore al 50% di esso. Infatti, senza un immediato intervento con finanziamenti significativi, il pluralismo scolastico in Italia morirà nel giro di pochissimi anni, vista la crisi in cui si dibatte, e farlo ripartire richiederà finanziamenti insostenibili.
Bisogna scegliere: monopolio educativo dello Stato italiano o pluralismo scolastico europeo? Se la politica non farà nulla in tempi rapidi vorrà dire che avrà scelto il monopolio dello Stato!

Anche per gli alunni disabili nelle paritarie è necessario che tutte le scuole abbiano un finanziamento equo, pari ai costi realmente sostenuti, che consenta il pieno sostegno ai disabili e cancelli le attuali disparità tra scuole. Le ingiuste discriminazioni di cui gli alunni disabili delle paritarie sono tuttora vittime debbono essere superate riconoscendo a tutti la medesima dignità.

Natalità
Ormai tutti, anche le più alte cariche dello Stato, lanciano grida d’allarme sulla denatalità in Italia, ma di interventi consistenti e definitivi da parte della politica se ne sono visti pochi e insufficienti. E’ ora di farsi carico della grave situazione – come nei decenni scorsi hanno fatto i leader di tanti Paesi europei – per invertire la negativa tendenza demografica del nostro Paese che, senza iniziative mirate ad un ribaltamento della deriva attuale, ci vede destinati al suicidio come popolazione nazionale.
L’AGeSC invita i partiti ad aderire al “patto per la natalità” proposto dal Forum delle Associazioni Familiari, di cui facciamo parte, inserendo le sue proposte nei programmi di governo dei prossimi anni.

Famiglia
La stabilità della famiglia e il suo benessere sono da tutti riconosciuti come elementi determinanti nella vita sociale di un Paese e proprio per questo gran parte dell’Europa da anni ha intrapreso politiche familiari per sostenere quella che è una risorsa vitale per la società per i compiti di generazione, educazione e cura che svolge e senza di cui non esisterebbe una convivenza ordinata e positiva. L’Italia finora non ha fatto nulla di significativo per la famiglia, ci si è limitati a pochi e scarsi interventi temporanei. E’ ora che i partiti cambino e introducano nei propri programmi delle valide politiche familiari a medio/lungo termine, partendo dall’introduzione di una stabile fiscalità a misura di famiglia (ad esempio il “fattore famiglia” per la determinazione dei carichi fiscali) e di misure tese ad accompagnare e aiutare le famiglie ad affrontare le diverse situazioni che caratterizzano la loro vita nel passare degli anni (formazione famiglia, figli, anziani).

L’AGeSC si augura che chi si propone al voto dei cittadini per lavorare per il bene comune del nostro Paese prenda coscienza che i temi suggeriti sono determinanti per garantire un futuro alla nostra convivenza e che farsene carico non è una questione di schieramenti ideologici ma di sano realismo e di buon senso.

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