Nell’altro non una minaccia ma una scoperta

«Non si può essere liberi se si ha paura». Da Nord a Sud. La difesa e la pace nel mondo
Nell’altro non una minaccia ma una scoperta

Stoltenberg, segretario NATO, e Alfano, ministro degli Esteri, sono d’accordo:
insieme si può contrastare il terrorismo

«È stata un’illusione che avere meno muri avrebbe significato avere meno crisi. Dal ’90 siamo arrivati alla situazione di oggi, passando per i Balcani e le Torri Gemelle». Così Roberto Fontolan, direttore del Centro Internazionale di Cl, ha aperto l’incontro delle 15:00, “Da Nord a Sud. La difesa e la pace nel mondo”. E ha chiesto: «Qual è l’idea con cui si vuole affrontare l’attuale grande bisogno di sicurezza?». Sul palco del Salone Intesa Sanpaolo B3 si sono confrontati Angelino Alfano, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO. All’incontro ha portato il suo saluto Nicola Renzi, segretario di Stato per gli Affari Esteri, gli Affari Politici e la Giustizia della Repubblica di San Marino: «Il Meeting è una finestra sul mondo di primaria importanza per la Repubblica del Titano».

Il ministro Alfano, alla sua decima presenza al Meeting, ha ricordato: «Parliamo di sicurezza nel momento in cui si celebrano i funerali di Bruno Gulotta, vittima dell’attentato a Barcellona», facendo alzare dalla platea un applauso di partecipazione. Ha ricordato le altre due vittime nate in Italia: Luca Russo e l’italo-argentina Carmen Lopardo. Alfano ha osservato che non si può essere liberi se si ha paura e che il bisogno di sicurezza è stato affrontato attraverso recinti, muri: separazioni divenute inutili, di fronte alla rivoluzione digitale che ha annullato le frontiere. «Non siamo minacciati da Stati», ha proseguito, «ma da un Califfato non riconosciuto». L’eredità della pace che ci hanno lasciato i nostri genitori e nonni dobbiamo difenderla per riguadagnarcela e la dimensione della sicurezza deve essere in concerto con gli altri organismi, come la NATO. «La risposta al terrorismo si pone sul piano culturale, legislativo, di sicurezza interna e militare. Risposte necessarie, ma non sufficienti». In un tempo in cui il rischio zero non esiste, «siamo stati in grado di salvare centinaia di migliaia di persone, garantendo al contempo sicurezza e tenendo insieme rigore e umanità». Alfano ha annunciato l’apertura di un Hub della NATO a Napoli, il prossimo 5 settembre, guidato da un generale italiano, che si occuperà della questione del Mediterraneo.

«Ammiro l’impegno che vedo qui al Meeting nel mettere assieme le persone nello spirito del dialogo e dell’ottimismo» ha aperto Stoltenberg, ringraziando l’Italia come secondo paese tra i contributori a tutte le operazioni della NATO. «Siamo in Lettonia, Bulgaria, Kosovo, Afghanistan e Iraq. Il trattato istitutivo della NATO entrò in vigore il 28 agosto del 1949: esattamente 68 anni fa. È un’alleanza difensiva, il cui articolo 5 prevede che l’attacco contro un paese membro sia considerato un attacco a tutti i 29 paesi membri, i cui valori condivisi sono democrazia, libertà individuale, stato di diritto». Stoltenberg ha indicato i punti di tensione in Russia, Medio Oriente e Nord Africa. «La NATO lavora per un partenariato strategico con la Russia, messo però in crisi dalle operazioni di quest’ultima in Crimea e Ucraina». E critica le manovre militari vicine ai confini. Passando al terrorismo causato dall’instabilità in MO e Nord Africa, ha rilevato come nelle società libere e aperte non sia possibile blindare e nemmeno lasciare a repentaglio chi le abita. Ma, fiduciosamente, ha affermato: «Le nostre società hanno affrontato il terrorismo Eta, Ira, Br: sembrava una sfida impossibile, ma ce l’abbiamo fatta. Se siamo forti, uniti e resilienti, ce la faremo».

Fontolan chiede al ministro degli Esteri cosa si possa fare per contrastare la persecuzione religiosa, in cre-scita nel mondo. Alfano, ricordando don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia in quanto sacerdote, ha rivendicato l’istituzione presso la Farnesina dell’Osservatorio sulle minoranze religiose nel mondo e sul rispetto della libertà religiosa, «in collaborazione con il Vaticano» ha precisato, perché «più sapremo difendere la libertà religiosa, più sicuro sarà il mondo in cui viviamo».

«La democrazia non si esporta», ha affermato Fontolan: «Come difenderla e diffonderla?». Risponde il Segretario che la NATO sta aiutando con collaborazioni e partenariato la ricostruzione in paesi come l’Afghanistan. Stoltenberg è convinto del fatto che «se i nostri vicini sono più stabili, noi saremo più sicuri, e questo si ottiene solo con un lavoro di squadra».

Alfano, nel salutare l’on. Paolo Alli, presidente dell’Assemblea parlamentare della NATO, presente in sala, ha invitato a non dimenticare che «la Russia fa parte dell’alleanza globale contro il terrorismo e non va mai sminuita. Nei confronti delle crisi di Crimea e Ucraina siamo stati leali con gli Alleati nell’applicazione delle sanzioni alla Russia, pur pagandone il costo. Gli accordi di Pratica di Mare, stipulati durante il governo Berlusconi, avevano istituito una importante collaborazione tra Nato e Russia: è importante tenere aperto il dialogo».