Il parere dell'AGeSC, oggi alla Camera, sugli Atti di Governo sulla legge "Buona Scuola"
Atti di Governo sottoposti a parere parlamentare relativi ai decreti legislativi in attuazione delle deleghe previste dalla legge 107/2015, audizione che ci offre l’opportunità di portare il contributo dei Genitori della Scuola pubblica paritariaSignor Presidente,
Signori Deputati,
desidero innanzitutto esprimere il ringraziamento dell’AGESC
(Associazione Genitori Scuole cattoliche) per questa audizione, sugli Atti di Governo sottoposti a parere parlamentare relativi ai decreti legislativi in attuazione delle deleghe previste dalla legge 107/2015, audizione che ci offre l’opportunità di portare il contributo dei Genitori della Scuola pubblica paritaria che in buona parte rappresentiamo.
Purtroppo il tempo concessoci per un esame dei decreti non ci ha permesso una analisi più accurata e quindi fornirò solo alcune considerazioni e proposte che non affrontano tutti i temi e non esauriscono le nostre posizioni sui problemi in discussione.
In linea generale ci sembra che i decreti proposti non portino a quel rinnovamento che le proposte sulla Buona Scuola promettevano e che sono necessarie visti i livelli ottenuti nelle graduatorie internazionali dal nostro sistema scolastico. Ci si limita a regolare meglio l’esistente, compiendo anche qualche passo indietro soprattutto per quanto riguarda il pluralismo scolastico che è invece la prima condizione indispensabile per rispondere meglio alle urgenze educative di oggi.
Entro ora nel merito dei decreti.
1 - Schema di decreto legislativo recante istituzione del sistema integrato di educazione e di
istruzione dalla nascita sino a sei anni (380)
Impostazione generale
Si conferma l’apprezzamento della volontà di estendere il servizio a favore dei bambini nella
fascia di età 0 – 6 anni. Tuttavia si rileva la sola indicazione di un auspicato coinvolgimento
della famiglia e non la sua attiva partecipazione alla educazione dei figli nell’ambito della
comunità scolastica.
Nel merito: pluralismo educativo di tipo europeo
Riteniamo opportuno completare l’attuale sistema di istruzione intervenendo nelle realtà
dove esistono difficoltà e lacune. Questi interventi devono essere finalizzati a garantire la
effettiva libertà di scelta educativa delle famiglie, costituzionalmente garantita, in un
sistema integrato di scuole statali e paritarie dove lo Stato interviene nella
regolamentazione della gestione dei servizi, garantendo un pluralismo educativo in effettiva
parità tra strutture statali e non statali (paritarie, private pubbliche, ecc.). Pertanto, si
chiede l’integrazione della bozza di decreto con la specificazione della presenza anche delle
scuole paritarie e dei loro organismi rappresentativi nelle fasi di intesa, proposta e gestione
di poli di infanzia oltre all’ accesso agli organismi di consultazione e ai finanziamenti previsti
nel decreto.
Patto educativo e partecipazione delle famiglie
All’articolo 1 dovrebbe essere prevista la partecipazione dei genitori negli organismi
collegiali di rappresentanza scolastica al pari delle altre realtà scolastiche e un diretto
coinvolgimento dei genitori all’interno della comunità educativa scolastica.
Organizzazione, formazione, autonomia e controllo
Si ritiene che l’azione di programmazione (art. 3 – comma 1) debba prevedere la
partecipazione di rappresentanti delle scuole paritarie mentre per le proposte progettuali
vada precisato che la commissione per la valutazione deve avere carattere regionale
(comma 8) e si propone che venga estesa la possibilità di interventi anche su aree di
proprietà di soggetti diversi dagli Enti locali. Si propone di integrare all’art. 5 il comma c) con
la previsione della possibilità di formazione anche del personale delle scuole paritarie e al
comma d) della possibilità di partecipazione alla definizione dei criteri di monitoraggio e
valutazione anche di organismi di rappresentanza delle scuole paritarie, se presenti. All’art.
10 comma 2 si chiede di inserire nella composizione della Commissione anche la presenza di
rappresentanti dei gestori di scuole paritarie. In merito alle previsione dell’art. 12 si propone
la seguente riformulazione del comma 5: 5. In sede di Conferenza unificata possono essere
concordate le risorse, anche con interventi graduali, a carico dei diversi soggetti istituzionali,
al fine di raggiungere gli obiettivi strategici di cui all'articolo 4, fatte salve le risorse di
personale per la scuola dell'infanzia statale, definite dal Ministero dell'Istruzione,
dell'università e della ricerca, dì concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze e il
Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione, nonché delle risorse
finanziarie previste a legislazione vigente. Conseguentemente si suggerisce la variazione
della formulazione dell’art. 9 comma 1 punto a) attribuendo ai comuni la sola
programmazione del sistema integrato, lasciando all’autonomia dei singoli gestori
l’attuazione dello sviluppo del sistema integrato di istruzione.
In merito alla previsione dell’art. 4 punto f) si propone la previsione della formazione
continua del personale mentre sul monitoraggio e controllo della qualità del servizio previsti
al punto e) dell’Art. 6 si chiede che vengano stabiliti degli standard qualitativi delle
prestazioni, fissati nei livelli essenziali, ma suscettibili di adeguati miglioramenti nel tempo,
in base all’evoluzione della didattica e dei metodi pedagogici.
2 - Schema di decreto legislativo recante revisione dei percorsi dell’istruzione professionale,
nel rispetto dell’articolo 117 della Costituzione, nonché raccordo con i percorsi dell’istruzione
e formazione professionale (379)
Il decreto non sembra risolvere il problema del conflitto di competenze tra Stato e Regioni
che ha creato finora una grande disparità di risultati sul territorio nazionale e soprattutto fa
arretrare il pluralismo dell’offerta formativa cancellando il principio di sussidiarietà
integrativa (e non sostitutiva) dello Stato con cui era finora previsto l’intervento degli istituti
statali nel campo dell’istruzione e formazione professionale. La questione centrale deve
3 - Schema di decreto legislativo concernente l'effettività del diritto allo studio attraverso la
definizione delle prestazioni, in relazione ai servizi alla persona, con particolare riferimento
alle condizioni di disagio e ai servizi strumentali, nonché potenziamento della carta dello
studente (381)
Impostazione generale
L’Agesc ritiene che nel momento attuale in cui le situazioni di difficoltà economica hanno
investito milioni di persone e soprattutto le famiglie con figli il decreto legislativo sul “diritto
allo studio” assuma una grande importanza strategica: l’istruzione e l’incremento della
conoscenza sono infatti tra i fattori decisivi per l’uscita da condizioni di miseria.
Nel merito: Diritto allo studio per tutti
Essendo il diritto allo studio un compito affidato soprattutto alle Regioni, l’Agesc ritiene
indispensabile un coordinamento nazionale per evitare che differenti azioni sui diversi
territori aggiungano ulteriore diseguaglianze ai diritti dei minori e perciò è favorevole alla
costituzione della Conferenza nazionale per il diritto allo studio (Art. 11) alla quale devono
partecipare tutti i soggetti interessati. Quindi propone che al comma 1: venga aggiunto tra i
componenti anche un rappresentante delle Enti e gestori di scuole paritarie per monitorare
la situazione del diritto allo studio su tutto il territorio nazionale e l’attuazione del decreto
ed elaborare proposte. In tal senso chiede analogamente una integrazione dell’Art. 12 –
Comma 1 punto a) con la previsione di un coinvolgimento anche degli Enti gestori di
istituzioni scolastiche paritarie.
Potenziamento dei servizi e della Carta dello Studente per favorire la partecipazione di
tutti.
All’articolo 10 al comma 1 si propone la previsione che la Carta sia distribuita a tutti gli
studenti del Sistema nazionale di istruzione e formazione mentre si chiede l’integrazione
dell’Art. 5 comma 2 con la previsione che il servizio di trasporto da parte degli Enti locali sia
assicurato agli alunni delle scuole primarie statali e paritarie ovvero alle scuole primarie
ricomprese nel Sistema nazionale di istruzione e formazione.
Monitoraggio e controllo dell’effettiva applicazione del diritto allo studio
Si ritiene che l’azione di monitoraggio e controllo possa essere più efficace se vengono
definiti i LEP (livelli essenziali delle prestazioni) non solo nell’offerta dei servizi ma anche
verificandone l’efficacia all’apprendimento finale di chi è aiutato e quindi fornendo un
giudizio di qualità sui servizi erogati.
Per l’Agesc è necessario che il diritto alla libera scelta della scuola sia previsto tra i livelli
essenziali delle prestazioni che l’Italia deve garantire a tutti i cittadini studenti e per questo
si auspica che i servizi e gli interventi offerti da alcune Regioni siano diffusi in tutte le
Regioni italiane per favorire l’effettiva libertà di educazione e l’effettivo godimento del
diritto allo studio.
4 - Schema di decreto legislativo recante norme per la promozione dell'inclusione scolastica
degli studenti con disabilità (378)
Per rendere effettiva l’inclusione scolastica di tutti gli studenti con disabilità si rende
necessario, nell’ottica dell’uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini in tutte le scuole,
l’inserimento nell’art. 3, comma 2 e), dove si parla del contributo economico parametrato ai
numeri degli alunni disabili accolti, delle parole “istituzioni scolastiche statali e paritarie del
sistema nazionale di istruzione”, visto che precedentemente nello stesso comma ai punti a)
b) e c) si è citata esplicitamente solo la scuola statale. Le discriminazioni finora subite dagli
studenti disabili delle scuole paritarie vanno finalmente superate.
5 - Schema di decreto legislativo recante norme in materia di valutazione e certificazione
delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato (384)
Riteniamo importante che la valutazione tenga conto anche dello sviluppo delle
competenze degli studenti e che per questo si sia sempre più attenti a personalizzare e
innovare i percorsi didattici.
Auspichiamo che davvero siano valorizzati il patto di corresponsabilità e i rapporti scuolafamiglia,
trovando le strade per coinvolgere in modo più attivo e partecipe tutti i genitori, e
che l’opera di valutazione dell’INVALSI faccia crescere una cultura della valutazione vista
come contributo al miglioramento del sistema scolastico.
6 - Schema di decreto legislativo recante norme sulla promozione della cultura umanistica,
sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività
(382)
Siamo perplessi e preoccupati per l’equivalenza che il decreto in fondo indica fra cultura
umanistica, creatività e made in Italy, quasi fossero sinonimi. La valorizzazione del
patrimonio culturale del nostro Paese e la promozione della cultura umanistica richiedono
secondo noi maggiori approfondimenti. E anche maggiori finanziamenti e non un
provvedimento a costo zero come indicato.
L’Agesc conferma la propria disponibilità a formulare in futuro proposte miranti al
miglioramento dei servizi educativi per favorire la crescita armonica delle nuove
generazioni, lo sviluppo completo della personalità degli studenti e per combattere le
diseguaglianze sociali ancora esistenti nel nostro Paese.
Roma, 27 gennaio 2017
Il Presidente Nazionale
Roberto Gontero