«Una svolta col mio giornale in classe»

L’insegnante di un Itis ha introdotto la lettura online di «Avvenire» per allargare lo sguardo dei suoi ragazzi
«Una svolta col mio giornale in classe»

Le lezioni a scuola sono terminate e, come ogni docente, tiro le somme. Avrò fatto abbastanza? Avrò saputo seminare qualcosa nel cuore dei miei allievi? Rimarrà un pensiero, una parola, un argomento trattato in classe? Queste e altre sono le domande che passano per la mia mente. In settembre si inizia con prospettive che poi durante i mesi scolastici si vanno adattando alle varie classi, ai diversi modi di pensare e agire degli alunni, alle situazioni in cui i ragazzi vivono al di fuori delle aule.

Ciò che cerco di insegnare non sono solo i contenuti propri della mia materia ma pure come leggere la realtà che ci circonda. Tutto dipende dove vengono conosciute le notizie, e di certo i giovani non leggono molto i quotidiani. Ho usato la lettura di Avvenire nelle mie classi per svolgere alcuni argomenti, e soprattutto per dare agli studenti uno stimolo in più per riflettere su quanto avviene intorno a noi. Potendo usare la Lim e il collegamento Internet i miei allievi hanno letto direttamente online alcune notizie. Insegno in un Itis, l’approccio è diverso da quello di un liceo.

Tutto ciò che fa cultura diventa veicolo di trasmissione di messaggi agli altri, e nel caso specifico di un docente: chi deve recepire sono coloro che formeranno la società di domani. Notiamo solo voci che circolano e che vogliono affermare se stesse, senza far caso che noi siamo essere umani e abbiamo diritto di essere guardati e rispettati come tali. Ormai ci troviamo davanti lo scenario di una visione individualistica della società, della politica e della stessa cultura, in cui solo chi riesce a levare la voce più forte fa passare il suo messaggio, purtroppo non sempre positivo e costruttivo.

Far leggere alcune pagine di Avvenire in classe ha provocato in alcuni studenti uno slancio verso l’approfondimento molto positivo perché non conoscevano una visione dei fatti come quella che conoscono i lettori del nostro quotidiano. Capiscono allora che conformarsi a un pensiero unico non li fa crescere. Con l’uso in classe di un quotidiano diverso, che mette al centro la persona, gli studenti hanno avuto l’opportunità di conoscere un’altra forma di pensiero, differente rispetto alla moda. Per il prossimo anno scolastico penso di introdurre Avvenire cartaceo nelle classi del triennio: progettare una lettura sarebbe per i nostri studenti un modo di presentare l’altra faccia della cultura, quella che legge la nostra realtà dalla prospettiva dell’uomo e della sua dignità. In primis deve essere il docente a potersi dare questa opportunità, leggendo il quotidiano per avere una visione della realtà espressione della sua stessa fede se è credente o, se non lo è, che possa dare una conoscenza della realtà con la lente di chi alla vita dell’uomo crede sul serio.

Adele Caramico

Avvenire, 20 giugno 2017

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