Tornano i viaggi d’istruzione, un’occasione per rinsaldare le relazioni
Dopo il blocco degli ultimi mesi, la voglia di uscire, di tornare a socializzare a partire dal “gruppo” classe, con coetanei e amici, è tanta e le uscite didattiche che si sono programmate per questo periodo dicono di questa vita di comunità. Dietro a questa ritrovata vitalità c’è sempre il rischio di programmare qualsiasi meta pur di andare, di occupare una giornata con un’attività che non sia sui banchi di scuola, in poche parole di uscire dalle mura di un’aula pur di andare. Diciamocelo, niente di nuovo sotto il sole perché è quello che abbiamo vissuto anche noi genitori, in tempi e modalità certamente diverse, ma con lo stesso obiettivo: passare una giornata fuori da scuola. Oggi, a noi genitori interessa molto che queste importanti occasioni di conoscenza e crescita culturale e umana siano parte integrante del percorso scolastico.
Lo sforzo di proporre uscite didattiche che siano coerenti, anzi, di rinforzo e potenziamento del curricolo, è quanto mai necessario e importante, dal momento che l’apprendimento per esperienza diretta ha una permanenza e un’efficacia formativa che non sono proprie dello studio teorico puramente libresco, soprattutto in questo momento storico in cui la memoria si fa “corta” e i programmi scolastici difficilmente riescono a coprire quello che la storia, l’arte, la letteratura, la geografia, la politica rappresentano.
Si tratta, in questo caso, di un aspetto non sempre adeguatamente focalizzato. Da un lato ci sono i ragazzi, con i loro sogni e i loro desideri, dall’altro le famiglie non senza motivo preoccupate dei costi, infine i docenti, disponibili, certo, ma anche doverosamente attenti alle implicazioni educative e culturali dell’esperienza del viaggio. La scelta non deve essere un compromesso che scontenta tutti, ma una decisione condivisa, che valorizzi il viaggio come momento di aggregazione, esperienza fondante relazioni di amicizia, ma soprattutto occasione interessante e significativa che consenta ai ragazzi di capire come si possa imparare divertendosi e come il divertimento possa essere anche ricco di una marcata dimensione di conoscenza e maturazione.
Come Associazione di genitori, vorremmo sottolineare proprio questi due aspetti: quello del valore educativo di forte esperienza umana e relazionale del viaggio e quello della sostenibilità economica. Si tratta di due aspetti solo apparentemente privi di collegamento, in realtà sono strettamente correlati. Il viaggio di istruzione non è infatti un’esperienza assimilabile alle ferie o a una gita turistica, ma un momento in cui tutti gli alunni della classe sono coinvolti. Il concetto di “sostenibilità economica” implica che non vi devono essere rinunce o esclusioni. Scegliere mete significative, ricche di valore culturale, stimolanti anche sul piano della scoperta e del piacere della conoscenza, nella nostra Italia non è assolutamente difficile. In questo rinnoviamo fiducia e supporto ai docenti che con sapiente dialogo sanno aiutare i nostri ragazzi a comprendere che vivere il viaggio con spirito di comunità e di amicizia è il principio fondamentale che rende interessanti le mete, anche quelle apparentemente meno gettonate e proposte da certe mode che di tanto in tanto anche nella scuola condizionano scelte e decisioni su argomenti che invece richiedono spirito critico, saggezza e disponibilità.
In tale ottica diventa fondamentale la figura dell’accompagnatore, che deve conoscere la meta, magari averla esplorata prima o comunque studiata. Le parole di un docente che vive il viaggio con gli allievi sono più efficaci di qualsiasi erudita presentazione di una guida che incontra gli allievi per la prima volta e per qualche ora. L’accompagnatore sapiente trasforma la meta in un’esperienza unica, che segna la vita degli allievi e li aiuta a crescere come persone amanti della bellezza e della cultura vissuta e fatta oggetto di discussione. Con questo spirito, ci auguriamo che i ragazzi di questa generazione pesantemente colpita dal “distanziamento” e dalla paura dei contatti possano rinascere culturalmente e umanamente in una scuola che ritorna ad essere luogo di relazioni significative perché culturalmente interessanti ed educativamente efficaci.