«Sostenere la libertà di scelta della famiglia per una scuola plurale»

«Sostenere la libertà di scelta della famiglia per una scuola plurale»

È stato indubbiamente un anno scolastico complesso per tante famiglie quello che ha chiuso i battenti mercoledì. Basta pensare a quando è iniziato, alle tante incognite sul come e quanto avrebbero potuto riprendere a stare in classe i nostri ragazzi, e poi il ritorno della precarietà del lavoro, l’aumento di tantissimi beni di prima necessità dovuto alla guerra. Come accade spesso tante delle tensioni, preoccupazioni, difficoltà e incognite sono ricadute e ricadono sulle famiglie. Lo rivela anche la partecipazione agli eventi di fine anno in tante scuole dove Agesc è presente. Partecipazione che è una cartina al tornasole di quanta voglia ci sia di trovare occasioni per rivedersi, condividere, stare insieme.

È da lì che siamo e saremo chiamati a ripartire: dalla voglia di tornare a stare insieme, di condividere, di partecipazione, dentro la quale non è difficile leggere l’opportunità di confrontarci e magari di trovare modi e opportunità per stare accanto alle tante situazioni di fragilità che attraversano le nostre famiglie. Su questo terreno la nostra Associazione sta lavorando da anni proprio perché nata da genitori nella scuola e ancora oggi viva proprio per la partecipazione di tante famiglie che hanno scelto per i loro ragazzi una scuola paritaria cattolica. Se da un lato dunque non è venuta meno la spinta propositiva interna dall’altro continuiamo a scorgere segnali contraddittori nelle istituzioni.

Tra due giorni in molti Comuni ci saranno le consultazioni elettorali per eleggere le amministrazioni locali e basta scorrere qualche intervista ai candidati di turno, piuttosto che ad un programma elettorale o agli slogan spesso usati, per rendersi conto di come “sostegno” e “politiche” per la famiglia tornino in questi frangenti di grande attualità. La cosa ci interessa, e molto a dire il vero, perché tanti provvedimenti ed interventi relativi alle politiche familiari passano, o nascono, dalle amministrazioni locali anche quelle riferite alla scuola; non dimentichiamo che è a livello locale che trova fondamento quell’azione che va sotto il nome di Patto di Comunità che coinvolge più soggetti nel nome dello sviluppo integrale della persona per il bene della stessa e di tutta la comunità.

Sebbene gli interventi a livello locale sappiano intercettare le esigenze e le difficoltà delle famiglie con maggiore efficienza, visto il rapporto più stretto con il territorio, è necessario che a livello nazionale si cominci ad agire con lungimiranza investendo seriamente risorse per sostenere le famiglie che sono il fondamento ed il maggior propulsore della società Più volte, anche dalle pagine di Avvenire con i nostri interventi, abbiamo richiamato la politica ad assumersi la responsabilità di guidare le trasformazioni tenendo conto del ruolo e dell’importanza vitale della famiglia; famiglia che sta esaurendo, per asfissia, quell’azione di sostegno e spesso anche di sostituzione di politiche giovanili che da troppo tempo tardano ad arrivare in maniera strutturale.

Fatti di cronaca e i numeri della dispersione scolastica oggi, sono lì a dirci che per quanto riguarda l’offerta formativa e il diritto allo studio andrebbe sicuramente fatto molto di più proprio per garantire un’offerta scolastica ampia e pluralista e quindi la piena libertà di scelta educativa.

Si fa ancora troppo poco a fronte del fatto che tutti oramai riconosciamo come questo sarebbe un ottimo investimento per il futuro dei nostri figli oltre che un segno di una società realmente moderna e democratica. Ogni volta che torniamo sull’argomento ci tocca invece constatare che solo l’Italia, con Grecia e Portogallo, non ha ancora superato lo scoglio della reale libertà di scelta educativa per i genitori.

«La democrazia c’è solo quando il mio vicino ha lo stesso mio diritto », ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, nei giorni scorsi per la chiusura dell’anno scolastico in un istituto di Bergamo. Parole forti che sposiamo in pieno come Agesc e che rilanciamo con il nostro impegno, la nostra presenza in questo anno difficile perché, citando di nuovo il ministro, «la scuola è il battito della società». Tutta la scuola pubblica italiana: paritaria e statale.

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Fonte:Avvenire