«Solo insieme, scuole del Nord e del Sud, potranno ripartire dopo l’emergenza

Intanto, però, nel decreto Sostegni non è previsto nulla per le paritarie. «È una grave discriminazione», dice il presidente Frare
«Solo insieme, scuole del Nord e del Sud, potranno ripartire dopo l’emergenza

«Gemellaggi estivi tra le scuole del nord e del sud» «per ricucire il Paese » o «non saremo capaci di costruire una scuola nuova». È questa una delle ultime iniziative lanciate del ministro per l’Istruzione, Patrizio Bianchi, proposta nel corso del webinar “Cooperare per ripartire”. Parlando a Bologna, Reggio Emilia e Modena, il ministro ha sollecitato la ricerca di partner nelle regioni del Sud «per lavorare insieme», sfruttando le risorse messe a disposizione dal Governo, tra cui i Pon destinati alle aree in maggiore difficoltà. «Vi do un mandato straordinario» con cui «scrivere una storia nuova». «Se c’è la possibilità, mettiamo insieme programmi estivi che coinvolgano ragazzi di scuole e cooperative, Emilia Romagna con Sicilia, Calabria per lavorare insieme. Sarebbe un fatto straordinario per l’Italia. È necessario mettersi a disposizione ». Se in questo momento, dopo tutto il lavoro fatto, non siamo capaci di proiettarci sul Paese, vuol dire - ha concluso - «che non siamo capaci di costruire una scuola nuova». «Poi cooperare non è semplice, non viene spontaneo – ha ammesso – è più facile buttarsi l’uno contro l’altro o dire “tanto non cambia niente, nulla cambierà” ma bisogna cooperare – ha insistito – coinvolgere tutte le parti del Paese, rendersi conto delle differenze che esistono». Serve, ha concluso, «una leale collaborazione istituzionale. Tutto si basa su questo principio che è punto di partenza e non di arrivo».

A conclusione sul Pnrr: «Cooperare per ripartire è la chiave. Non c’è rilancio e resilienza se non si fa insieme, se non si supera la cultura consolidata dell’ultimo decennio del conflitto perpetuo. Il vero rischio è quello che Federico Caffè chiamava la solitudine del riformista. Cooperare per ripartire è il modo per vincere la dannazione del riformista, che è quella di essere soli. Bisogna essere in tanti, bisogna essere un grande movimento di riforme di questo Paese che parte da quello che è il pilastro e motore dello sviluppo e cioè l’istruzione, la conoscenza, la ricerca.

Questo noi lo abbiamo scritto in maniera chiarissima nel nostro piano di rilancio».

Rilancio che inizia dalla riapertura delle scuole in sicurezza e presuppone l’adozione di misure che sono state a vario titolo indicate in documenti di diversa natura, in particolare in quelli del Cts, nelle Linee Guida contenute nel DM 39/2020, in quelle sulla Didattica Digitale Integrata e nel Protocollo Nazionale sulla sicurezza. Eppure nelle commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato si è perpetrata l’ennesima ingiustizia attuata nei confronti delle scuole paritarie: l’emendamento proposto e presentato da alcuni senatori, affinché i fondi per l’emergenza Covid previsti dal DL Sostegni per le scuole statali fossero dati anche alle scuole paritarie è stato bocciato come se lo Stato nel dare il proprio sostegno agli studenti italiani decidesse di escluderne circa il 10%. «Si tratta di un voto discriminatorio. È davvero grave – afferma il presidente Frare, con l’Agorà delle paritarie – che neanche il secondo anno scolastico vissuto in emergenza sanitaria e sociale abbia fatto comprendere ai senatori delle commissioni suddette che le scuole paritarie sono a tutti gli effetti parte del sistema d’istruzione nazionale, al quale contribuiscono in maniera rilevante. Spiace anche dover sottolineare ancora una volta che non si tratta di “scuole per ricchi”, ma di “scuole per tutti”, spesso presidi in territori dove non c’è nulla. Confidiamo che si ponga rimedio alla mancata approvazione dell’emendamento nel corso del passaggio in Aula o con un provvedimento successivo, perché studenti, docenti, famiglie e personale scolastico delle nostre scuole sono tutti cittadini italiani che hanno vissuto e stanno vivendo gli stessi problemi e la stessa emergenza».

Ben diversamente si è mossa la Regione Piemonte che, costituendo un “Tavolo regionale permanente sulla scuola paritaria” composto dal Presidente, dall'assessore all'istruzione, da un membro della direzione dell’assessorato e da un componente designato da ciascuna delle associazioni rappresentative delle scuole paritarie, dei genitori, degli alunni e del corpo docenti, ne ha riconosciuto il ruolo nel sistema d’istruzione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte:Avvenire