Ricalibrare l’alternanza per rilanciare l’istruzione tecnica e professionale

Dal 1990, questa opzione è passata dal 45% al 30,3%. La Fidae: «Creare sinergie tra scuola e impresa per valorizzare le competenze degli studenti e la professionalità delle imprese italiane»
Ricalibrare l’alternanza per rilanciare l’istruzione tecnica e professionale

Licei sempre in testa alle preferenze degli studenti italiani. Seguono gli istituti tecnici e professionali. Dopo la chiusura delle iscrizioni on line, si conferma il trend in crescita degli indirizzi liceali, scelti dal 54,6%. Il 30,3% ha preferito un istituto tecnico e soltanto il 15,1% dei nuovi iscritti vuole frequentare scuole professionali. Netta contro tendenza rispetto a quanto vanno sostenendo le categorie imprenditoriali, ovvero la necessità di titoli tecnico professionali per entrare nel mercato del lavoro e il disallineamento tra le esigenze delle imprese e le competenze acquisite dagli studenti. Per non parlare della disoccupazione giovanile, che rimane costante al 40%. Evidentemente non si supera il pregiudizio, tutto italiano, che considera l’istruzione tecnica figlia del dio minore, padre dei licei. Ignorata o quasi anche la formazione professionale, che fa numeri solo al Sud, e considerata come contrasto preventivo alla dispersione scolastica. Nel 1990 gli iscritti agli istituti tecnici rappresentavano il 45% della popolazione scolastica delle scuole superiori, ora ridotta al 30,3%.

È passato un anno da quando Romano Prodi dichiarava al Sole 24 Ore: «Il nostro Paese ha bisogno di un forte rilancio dell’istruzione tecnica, condizione determinante per la sopravvivenza della struttura produttiva italiana. Diversamente la nostra industria è destinata a scomparire».

Per quanto riguarda le scuole cattoliche i dati non si discostano dal quadro generale e la Presidente Nazionale della Fidae - Federazione di Scuole Cattoliche primarie e secondarie - commenta così le recenti statistiche: «Per quanto riguarda l’alternanza scuolalavoro, che coinvolge le imprese nella formazione di nuovi tecnici specializzati, è da ricalibrare. Spesso il rapporto scuola - impresa si esaurisce nella necessità di applicare una norma, senza creare appropriate sinergie che ottimizzino la pure lodevole scelta formativa, valorizzando le competenze degli studenti e la professionalità delle imprese».

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