Realizzare una vera autonomia per far ripartire tutta la scuola

«Mi auguro che la politica ascolti tutti, anche gli educatori e genitori delle scuole paritarie», dice il Presidente Frare

Mentre in queste ore il Parlamento è alle prese con la Legge Finanziaria e il mondo della scuola paritaria è in attesa di sapere quanto delle richieste fatte verrà accolto, la situazione di emergenza sanitaria si sta aggravando e si sta mettendo in discussione la riapertura delle scuole a gennaio ben sapendo che i problemi sono altri (distanziamento nei trasporti ecc.). La scuola ancora una volta trattata da Cenerentola. Tuttavia la politica ha ben presente che il volano per una ripresa a medio lungo termine ha bisogno del motore della scuola e che il sistema scolastico italiano ha bisogno di essere rivisto. La crisi pandemica ha evidenziato i limiti della scuola statale italiana e la necessità di una maggiore partecipazione della società civile. Serve però un piano di lungo periodo che le autorità politiche di questo Paese devono predisporre partendo da tutte le risorse scolastiche esistenti: statali, comunali, paritarie per scongiurare il fallimento della scuola e il declino.
È necessario un cambio di paradigma: il sistema statale non funziona, fatica a rispondere prontamente ai cambiamenti, ha la classe docente con l’età media più alta d’Europa, la struttura organizzativa spesso è obsoleta, le modalità di arruolamento dei docenti sono lente e macchinose, un’offerta educativa inadeguata alle esigenze di un paese moderno. Mali antichi.
Ma la sfida di oggi impone scelte urgenti. Per questo, dopo aver approvato la legge finanziaria (augurandoci il meglio dei provvedimenti per la scuola, tutta) e scongiurato il blocco della riapertura delle scuole in presenza, si deve mettere mano ad un piano nelle sedi più opportune (il Parlamento) che preveda l’effettiva completa applicazione dell’autonomia delle scuole, per i docenti percorsi formativi universitari abilitanti, per le famiglie
la effettiva libertà di scelta educativa non legata da vincoli economici, per gli studenti la possibilità concreta di realizzarsi attraverso un percorso educativo inclusivo in una scuola che non lascia indietro nessuno. Questi sono i temi.
«Mi auguro che la politica ascolti tutti, che faccia tesoro dei suggerimenti, delle esperienze sul campo anche degli educatori e dei genitori delle scuole paritarie – spiega il presidente nazionale Giancarlo Frare – poi decida nel migliore dei modi, ma dobbiamo fare presto».
Chi ci governa li traduca in provvedimenti concreti per la ripartenza ma che siano provvedimenti slegati da vincoli ideologici che hanno fatto il loro tempo. Una scuola che vede crescere la dispersione scolastica, dove le competenze di diverse amministrazioni hanno messo a nudo una gestione confusa se non conflittuale del sistema (vedi la formazione professionale e la gestione delle chiusure delle scuole) deve trovare risposte concrete con il contributo di tutti, dai professionisti della scuola, alla società civile, alle amministrazioni coinvolte. Servono anche nuove risorse economiche, ma è necessaria una diversa distribuzione delle stesse perché sostenere un sistema inefficiente significherebbe non risolvere i suoi mali ma soprattutto sprecare non solo i denari ma anche le risorse più preziose di un Paese: le giovani generazioni.
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Fonte:Avvenire

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