Prove Invalsi, preziosa occasione da non sprecare (anche per i genitori)

Aperte le iscrizioni alle Rilevazioni nazionali per quest’anno scolastico. Gli ultimi dati sono confortanti
Prove Invalsi, preziosa occasione da non sprecare (anche per i genitori)

Il 12 novembre 2024, per le scuole italiane di I e di II ciclo, statali e paritarie, si sono aperte le iscrizioni alle Rilevazioni nazionali degli apprendimenti per l’anno scolastico 2024-25. Tali prove sono chiamate Invalsi, dall’acronimo di “Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione”. Questo Ente pubblico, istituito nel 1999, è sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’Istruzione ed originariamente doveva valutare «l’efficienza e l’efficacia del sistema di istruzione nel suo complesso ed analiticamente, ove opportuno anche per singola istituzione scolastica, inquadrando la valutazione nazionale nel contesto internazionale». Con gli anni, tuttavia, ha subito dei cambiamenti tanto che, ad esempio, nel 2004 fu istituito il Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione e le relative « verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti» cioè le famose e temute “prove Invalsi”. Infine, dal 2016, l’Istituto è inserito nell’ambito del Sistema statistico nazionale cioè la rete di soggetti pubblici e privati che fornisce al nostro Paese e agli organismi internazionali l’informazione statistica ufficiale.

L’attuale assetto delle Prove nazionali Invalsi è normato dal Decreto Legislativo del 13 aprile 2017, n. 62 e chiarisce i due principi fondamentali delle prove stesse, ovvero che:

  • le rilevazioni degli apprendimenti contribuiscono al processo di autovalutazione delle istituzioni scolastiche fornendo così strumenti utili al progressivo miglioramento dell’efficacia della azione didattica;
  • le azioni relative allo svolgimento delle rilevazioni nazionali costituiscono per le istituzioni scolastiche stesse attività ordinarie.

Lo scopo delle Prove nazionali dovrebbe essere quello di valutare negli alunni (del primo e secondo ciclo d’istruzione) i livelli di apprendimento delle competenze fondamentali in Italiano, Matematica e Inglese.

Il Ministro Valditara, illustrando brevemente i dati raccolti dalle prove svolte tra febbraio e maggio 2024, segnalava i netti e positivi miglioramenti registrati dall’Istituto già dalla primaria soprattutto in matematica e in inglese non solo in rapporto ai dati pre-pandemici, ma anche di molti Stati europei.

La scuola italiana, risultata a luglio in linea con l’Europa, è quindi una scuola di qualità elevata grazie soprattutto ai molti docenti esperti, positivi e motivati che la compongono.
Ciò nonostante ogni anno riemerge il fatidico quesito sulla reale ed effettiva utilità delle prove Invalsi che nel tempo hanno accumulato critiche e dubbi riguardanti la valutazione.
I test, talvolta, si basano maggiormente su quesiti nozionistici che sulla reale capacità dell’alunno di sviluppare un pensiero critico, di rielaborazione o di interdisciplinarietà.

È necessario considerare che le prove Invalsi sono un momento importante dell’anno scolastico per docenti e alunni, ma anche per molti genitori che temono, erroneamente, che possano influire e determinare le valutazioni finali dei propri figli. Ed è altresì importante ricordare che i risultati delle prove Invalsi al termine della classe comunemente chiamata “terza media” vengono richiesti dagli Istituti superiori presso i quali gli alunni si sono iscritti per l’anno successivo e quindi vanno a essere parte effettiva del curriculum dello studente stesso. Si può, dunque, affermare che le preoccupazioni dei genitori sono giustificate.

Per concludere: le prove Invalsi devono essere considerate per quello che sono e cioè un’importante sistema di valutazione standardizzato che deve trasformare i dati relativi in una reale fotografia della condizione educativa del paese, al fine di migliorare annualmente il progetto di crescita del sistema scuola italiano.

Noi genitori non dovremmo screditarle, ma credere soprattutto nel valore degli insegnanti italiani e delle scuole.
Solo una comunità educante coesa e focalizzata sulla figura del discente potrà accompagnare i giovani creando i futuri cittadini consapevoli e preparati.
Margherita Siberna Benaglia
Vicepresidente Nazionale

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Fonte: Avvenire

Avvenire 15 novembre 2024 556 KBAvvenire 15 novembre 2024