PASQUA: TEMPO DI RINASCITA E SPERANZA. IL PENSIERO A PIÙ VOCI DELL’AGESC

Nel cuore della Settimana Santa, quando il tempo rallenta e lo spirito si fa più attento, l’Agesc ha scelto di fermarsi, ascoltare, condividere. Ne è nato un pensiero corale, una riflessione collettiva sul significato della Pasqua: non una semplice festività, ma un’esperienza viva, che attraversa la quotidianità di ciascuno, illuminandola di senso.
Pasqua è rinascita. Ogni anno, ogni giorno. «Per me la Pasqua è molto più di una festività: è un momento di rinascita, di riflessione e di speranza», confida Marina Frola, tesoriere Agesc. Le sue parole aprono uno squarcio nel ritmo frenetico del vivere quotidiano e invitano a rallentare: «È l’occasione per fermarmi, guardare dentro di me e lasciar andare ciò che non serve più, proprio come la natura fa con l’inverno per accogliere la primavera». Un’immagine che parla di cicli vitali, ma anche di fede: «È un richiamo alla luce che vince sull’ombra, al perdono che libera il cuore, ma è anche un tempo prezioso da condividere con chi amo, per ritrovare il calore degli affetti e la bellezza delle piccole cose».
Rinascita, rinnovamento, luce: le tre parole scelte da Elsa Ganassini, segretario Agesc, condensano il mistero pasquale in un trittico essenziale e potente. Esse richiamano non solo il cammino interiore di ciascuno, ma anche l’invito collettivo a lasciarsi trasformare da una speranza viva. È nel passaggio dall’ombra alla luce che si compie la promessa della Pasqua: una vita nuova, più autentica e radicata nell’amore.
Un passaggio oltre, verso la vita piena: «In ebraico Pasqua significa passare oltre », ricorda Francesca Piricò, delegata del Congresso Agesc, offrendo una chiave preziosa per comprendere la radice di questa festa: «È questa, secondo me, la vera nascita a nuova vita. Riuscire ad essere persone in grado di sperare, amare, donare. Per quanto le difficoltà possano essere insuperabili, c’è sempre la possibilità di emergere più forti nella fede. Sia per ognuno di noi vera rinascita in Cristo, ovvero in Colui che ama e perdona nonostante tutto. Con la sua passione generatrice di vita eterna». La speranza cristiana non è cieco ottimismo, ma fiducia nel Risorto.
Le parole di Michela Perfumo, delegata del Congresso Agesc invece pongono l’attenzione sulla riconciliazione, sulla speranza e sulla pace tracciando un orizzonte chiaro per chi vive la Pasqua con cuore aperto: lasciarsi riconciliare per poter donare pace. A sé stessi, agli altri, al mondo.
«Pasqua è il fondamento della nostra fede e della nostra speranza», afferma con profondità Umberto Palaia, presidente Agesc. «La speranza che l’amore sconfigga la morte, che il perdono cancelli l’odio, che la vita dell’uomo, ogni vita, acquisti senso anche nella sofferenza. San Pietro ci esorta a essere sempre pronti a rendere conto delle ragioni della nostra fede. Queste ragioni stanno tutte nel racconto della passione, morte e resurrezione di Cristo e queste ragioni dovrebbero stare alla base di una vera pedagogia cristiana, che insegni che il comandamento supremo non è il successo, bensì l’amore. Che non sono i vincenti ad essere beati, ma i poveri e gli umili di cuore. Che il perdono non è una sconfitta, ma un gesto di libertà e di pace».
E allora, cosa significa risorgere oggi, nella quotidianità di genitori, educatori, figli? Ce lo ricorda Alice Manganotti, responsabile Ufficio Stampa Agesc con parole che sanno di battaglia e di speranza: «La Pasqua è credere in una Divina Provvidenza, continuare a credere con una fede fervida e appassionata, in una rinascita continua, nel corpo, nello spirito e nella mente». E aggiunge: «Risorgere è perseverare con forza in un domani migliore. Ognuno nelle sue battaglie, ognuno con i suoi sogni».
È questa la Pasqua dell’Agesc: una Pasqua vissuta nel concreto, nelle fatiche e nelle speranze dei genitori, nei percorsi delle scuole cattoliche, nell’educazione alla fede che si fa testimonianza. Una Pasqua che parla ai cuori di tutti, senza esclusioni.
Alice Manganotti
Responsabile Ufficio Stampa
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Fonte: Avvenire