Paritarie e alunni disabili: troppo scarse le risorse per gli insegnanti di sostegno

La testimonianza della direttrice dell’Istituto delle Suore di Maria Consolatrice a Torino
Paritarie e alunni disabili: troppo scarse le risorse per gli insegnanti di sostegno

«Per noi accoglienza e inclusione della disabilità sono una scelta profonda e condivisa dal personale sia religioso che laico. Abbiamo attualmente 15 alunni portatori di handicap, ciascuno con la propria insegnante di sostegno, ma anche i docenti tutor sono impegnati nel modello di inclusione. La formazione è continua e garantita nonostante i nostri insegnanti ricevano meno della metà dei compensi che avrebbero alle scuole statali. Un grosso impegno, che lo Stato corrisponde in misura minima e assolutamente insufficiente». Con queste parole ci accoglie Suor Beatrice Soldati, coordinatrice dell’Istituto Suore di Maria Consolatrice, 600 studenti nel cuore di Torino. «Un esempio fulgido di sacrificio – conferma Roberto Gontero presidente nazionale Agesc – perché l’Istituto accoglie molti ragazzi provenienti da famiglie che non sarebbero in grado di pagarsi la retta». Nel frattempo anche la Conferenza Stato Regioni ha licenziato i decreti attuativi della legge 107/15, dando per buono quello sulla disabilità. «Una riforma carente – chiosa Gontero – se pensiamo che il decreto sull’inclusione degli studenti con disabilità disattende i parametri europei di rispetto per le persone disabili. Agesc ribadisce in un appello a politici e Miur la richiesta di inserire le scuole paritarie, laddove si parla del contributo economico parametrato ai numeri degli alunni disabili accolti, favorendo l’inclusione scolastica di tutti gli studenti con disabilità, nell’ottica dell’uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini in tutte le scuole».

C’è pure un provvedimento esemplare in cui il Tar dell’Umbria prescrive l’avvio di tutta l’attuale procedura normativa, affinché sia «propedeutica all’assegnazione dell’insegnante di sostegno secondo le modalità richieste (24 ore)», in modo da poter rispettare il diritto dell’alunno al completo monte ore con il docente di sostegno per la sua specifica situazione. La domanda che si pone Laura Diamante, docente del “Maria Consolatrice“, è «chi pagherà le 24 ore di sostegno previste? Risposta scontata: l’Istituto paritario che frequenta l’alunno! Incredibile se pensiamo che siamo scuola pubblica, condizionata da pregiudizi del tipo: scuola paritaria ovvero scuola dei ricchi o scuola che sottrae risorse al sistema statale quando invece uno studente nella paritaria costa la metà di uno nella statale». In pratica, lo Stato dice al genitore: «Volevi questa scuola pubblica perché il suo progetto educativo era adeguato a tuo figlio disabile? Devi pagartela, anche se la Costituzione sancisce il tuo diritto proprio nell’ambito del pluralismo educativo». Ma allora che libertà di scelta è? «Finché non sarà riconosciuto il servizio pubblico di accoglienza fatto dalle scuole paritarie, noi saremo a fianco delle nostre famiglie per il diritto alla giustizia ed all’equità », conclude Gontero.

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