Nella scuola che riparte in presenza i genitori vogliono essere ancora protagonisti
Dal Consiglio Nazionale AGeSC sono emersi spunti di riflessione importanti per la crescita e l’educazione dei figliSi è svolto, finalmente in presenza il 4 e il 5 settembre il Consiglio Nazionale ad Udine. In questa sessione l’Agesc si è impegnata a ricercare nuove strade per potere incontrare ascoltare e confrontarsi con i genitori, le istituzioni scolastiche e quelle pubbliche in questo momento delicato per il rilancio della scuola italiana. Prioritario rimane il dialogo con le famiglie per il confronto sulle nuove prospettive della scuola, per consolidare la cultura della educazione partendo dal Patto di corresponsabilità e dai patti territoriali. L’autonomia delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale dell’istruzione deve essere completata al più presto. L’autonomia è un passaggio obbligato per garantire una maggior qualità delle scuole.
Monsignor Zani ci ha sollecitato, come papa Francesco nel 2015, ad agire come depositari del dovere e del diritto primario e irrinunciabile di educare i figli, collaborando con la scuola. Questo significa fare propri i principi del patto educativo globale, basati sui valori cristiani che mettono il fanciullo al centro dell’azione educativa, e promuovere la famiglia (quella formata da un uomo e da una donna) come la prima cellula educativa, che ha il compito di aiutarli a sviluppare nella libertà la propria identità personale e i propri talenti.
Per la crescita culturale e umana dei ragazzi, l’Agesc ribadisce la necessità di ritornare in presenza nelle scuole, ascoltare e parlare con i genitori, far ripartire il dialogo con docenti e dirigenti: il futuro dei nostri figli dipende dal nostro agire nel presente. Occorre poi permettere che i genitori siano veramente liberi nell'esercitare il diritto di scelta educativa, senza andare incontro ad oneri ingiusti. Una reale parità tra scuole statali e non statali è condizione ineludibile per far fare al sistema scolastico italiano il necessario salto di qualità, come dimostrano le graduatorie internazionali sulla scuola dell’Ocse che vedono ai primi posti in Europa per risultati ottenuti i Paesi che garantiscono la libertà di scelta della scuola (nell'ordine Finlandia, Danimarca, Belgio, Olanda, Svezia…).
L’Associazione perciò si impegna a riprendere il dialogo e la collaborazione con le istituzioni pubbliche a livello locale, regionale e nazionale per raggiungere questo obiettivo di giustizia, potenziando la comunicazione nella pubblica opinione e la creazione di relazioni e reti con istituzioni e associazioni della scuola.
L’assistente spirituale don Renato Mion ha voluto ricordare (nell'anno a lui dedicato) la figura di San Giuseppe maestro di umanità che ha custodito Maria e Gesù con discrezione, umiltà, nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà totale. È accanto a Maria nei momenti sereni e in quelli difficili della vita, nel viaggio a Betlemme per il censimento e nelle ore trepidanti e gioiose del parto; nel momento drammatico della fuga in Egitto e nella ricerca affannosa del figlio al Tempio; e poi nella quotidianità della casa di Nazareth, nel laboratorio dove ha insegnato il mestiere a Gesù.
Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all'altro, capacità di amore. Anche noi genitori dell'Agesc non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza! Anche noi siamo artigiani di umanità perché sappiamo prenderci cura dei nostri figli, perché il custodire richiede bontà, richiede il vivere con tenerezza. Custodiamo le nostre creature tutte, indistintamente, anche le più fragili e le più sfortunate perché custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato. Ragione e mani che possono accarezzare.
L'Agesc nasce nelle scuole e vive nelle scuole. Dalle scuole si riparte. Presenti e insieme.
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Fonte:Avvenire