Le scuole paritarie paghino l’Ici/Imu. Per la Cassazione "sono enti commerciali"
Gontero: un governo di responsabilità dovrebbe saper distinguere tra un’attività commerciale che produce guadagno e un servizio pubblico "no profit" come quello fornito dalla scuola paritaria pubblicaUna recente sentenza della Cassazione sostiene che gli Enti Religiosi, per godere di tasse agevolate, devono praticare tariffe ridotte. Le scuole paritarie dovrebbero pagare l’Imu perché considerate Enti commerciali, anche se applicano rette inferiori ai costi effettivi che lo Stato sostiene per ogni singolo alunno. Una situazione paradossale. «Un governo di responsabilità dovrebbe saper distinguere tra un’attività commerciale che produce guadagno e un servizio pubblico 'no profit' – sostiene Roberto Gontero, presidente nazionale AGeSC – come quello fornito dalla scuola paritaria pubblica. Dovrebbe garantire a quest’ultima l’esenzione da Ici/ Imu, nel rispetto di quanto sancito dal ministero dell’Economia e delle finanze». Pur essendo le Scuole Paritarie pubbliche a tutti gli effetti, questo non ha determinato, in ambito tributario, nessuna apparente semplificazione od agevolazione; anzi si trascina da anni il contenzioso tra Enti Locali solleciti nel pretendere la tassazione e le Scuole convinte del contrario. Non basta spiegare ai Comuni che le scuole paritarie, a garanzia della Fede Pubblica, sono soggette al controllo del Miur, quando invece si insiste sulla presunta commercialità delle gestioni scolastiche, pretendendo di assimilare l’attività di una scuola a quella di una qualsiasi 'bottega'! Questo è il nodo da sciogliere a fronte di una normativa carente e di una giurisprudenza tributaria ondivaga. Il pagamento di rette da parte degli utenti è rivelatore dello svolgimento di attività commerciale, con la conseguente soggezione a Ici degli immobili destinati a scuola paritaria. Con la pregevole sentenza n. 336, pronunciata in data 18 ottobre 2016 e depositata il 27 ottobre 2016, la Ctp di Trieste, sezione I, ha rigettato il ricorso proposto da un ente ecclesiastico avverso gli avvisi di accertamento emessi dal Comune di Trieste per l’Ici dovuta e non versata per l’immobile di proprietà del-l’Istituto e adibito a scuola paritaria. A dire il vero, il ministero dell’Economia e delle Finanze, con circolare n°2/DF del 26/01/20009, era intervenuto a chiarimento della esenzione Ici e successivamente si tentò senza successo di dissipare le nebbie. Nel frattempo l’Ici ha ceduto il passo all’Imu, praticamente la stessa imposta, tant’è che il riferimento normativo per l’esenzione è lo stesso art.7 del Dlgs504/1992. Col DM 200/2012 si è tentato di nuovo di precisare i termini dell’esenzione, introducendo il criterio del costo medio per studente indicato dal Miur. Ma si continua ad arrancare in un quadro di obiettiva incertezza del diritto, esposto anche ad incursioni ideologiche ed anacronisticamente anticlericali. Serve urgentemente una soluzione politica e regole su misura per il settore delle scuole paritarie, che dall’entrata in vigore della L.62/2000 sono un pilastro del sistema pubblico d’istruzione. Occorre una Legge che, nel rispetto della verità, garantisca un orizzonte sereno a gestori, docenti e famiglie.