La scuola “insegni” a fare volontariato, grande risorsa della nostra società

Sono 6,63 milioni gli italiani che, gratuitamente, si mettono a disposizione della comunità
La scuola “insegni” a fare volontariato, grande risorsa della nostra società

Qualche giorno fa, esattamente il 5 dicembre, si è celebrata la Giornata Internazionale del Volontariato una ricorrenza che quest’anno a nostro avviso assume un significato particolare alla luce di quanto abbiamo passato e stiamo ancora vivendo come società civile e soprattutto come singole persone.

Nel Rapporto annuale del Censis è riportato infatti come «… meccanismi proiettivi, che spingevano le persone a fare sacrifici per essere migliori, adesso risultano inceppati e la società indulge alla malinconia».

Un’affermazione che se da un lato trova rispondenza nei dati, nei numeri e nei sondaggi appunto, dall’altro sembra essere per così dire “contrastata” dalla realtà delle tante associazioni di volontariato che operano, grazie a Dio aggiungiamo noi, nel nostro Paese. Una risorsa inestimabile che continua a mettere a disposizione tempo, energie ed anche fondi per i bisogni più disparati di quanti incrociano e vivono momenti di fragilità, sia a livello economico, di mancanza di lavoro, che di sostegno psicologico o di accoglienza in generale.

Secondo l’Istat il numero di volontari stimato in Italia è di 6,63 milioni di persone, di cui 4,14 attivi in organizzazioni. Una parte di questo “piccolo-grande esercito” di volontari si ritrova e opera anche nel mondo della scuola ed è in questo particolare momento dell’anno che forse ce ne accorgiamo di più o forse dovremmo farlo. Come genitori Agesc, nel nostro piccolo, ne sappiamo qualcosa perché proprio nell’ambito dell’alleanza educativa scuola-famiglia cerchiamo di dare il nostro contributo condividendo quella passione educativa che vuole i nostri ragazzi crescere e formarsi anche alla condivisione e alla solidarietà; e l’esempio dell’impegno nel volontariato ha una valenza straordinaria.

Diciamo questo perché proprio in questi giorni che precedono il Natale stanno ripartendo iniziative e piccoli eventi che, lontano dai riflettori di stampa e strumenti di comunicazione vari, rendono concreto lo spirito che si respira nell’educare all’interno di tante scuole pubbliche paritarie cattoliche e non solo. Dopo gli anni della pandemia e della paura del contagio si ricomincia ad uscire da quell’isolamento, in parte forzato ed in parte attuato come difesa, che aveva cancellato tanti momenti di condivisione in cui i nostri ragazzi toccavano con mano e si rendevano protagonisti di azioni di volontariato. In questo, ci piace ribadirlo, la scuola può e deve avere un ruolo importante.

Giusto dalle pagine di questo giornale abbiamo più volte ripreso, anche recentemente, l’importanza del ridare forza all’educazione civica nelle scuole. Un’azione che certamente può trovare concretezza nel proporre e condividere conoscenze ed esperienze di volontariato: azioni semplici ma profondamente reali che siano presenti in tutto l’arco del percorso scolastico.

I nostri giovani continuano a dimostrare grande sensibilità ed attenzione al servizio gratuito sotto varie forme di intervento, andando a dare nuova linfa ad associazioni e realtà che altrimenti rischierebbero di finire di esistere per mancanza di “energie umane”.

A riguardo, sempre secondo l’Istat, i dati più recenti ci dicono di come la classe di età tra 18 e 19 anni sia quella che più spesso svolge attività gratuite in associazioni di volontariato e tra i 18 e i 24 anni l’impegno nel volontariato sia molto superiore a quello medio della popolazione. Proprio per questo è indispensabile che la scuola sia terreno fertile, continui ad esserlo, con maggior vigore nonostante le fragilità, le carenze e i vari problemi, irrisolti, che l’assillano.

Educare all’impegno disinteressato è dare corpo a quella società inclusiva che ci deve vedere tutti coinvolti nella sua costruzione, ognuno con le sue responsabilità e competenze, riaffermando con i fatti che il volontariato rimane un grande dono radicato nei valori della persona che fa bene a ciascuno e alla comunità tutta in cui viviamo.

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Fonte:Avvenire