«La scuola è terminata, ma per i genitori gli esami non finiscono mai»
Hanno un ruolo fondamentale nella crescita dei figli, per costruire una vera ed efficace comunità educanteMercoledì scorso poco meno di 600mila ragazzi hanno affrontato la prima prova scritta degli esami di Maturità. È l’esame che segna la fine di un percorso che i nostri ragazzi hanno affrontato in questi anni anche grazie alla competenza e alla cura degli insegnanti e delle comunità educanti a cui li abbiamo affidati.
È un traguardo spesso agognato, che suscita sempre una moltitudine di emozioni come tali incontenibili; a maggior ragione, atteso con trepidazione per le nuove modalità con cui si svolge.
Non è ancora il momento di bilanci, quelli verranno dopo, con il tempo, con la certezza però che le grandi gioie e le delusioni, purtroppo, sono parte della vita di tutti, e sebbene questo sia il primo esame “ufficialmente importante”, non sarà comunque decisivo, perché dentro ciascuno di noi ci sono le capacità e le risorse per crescere e raggiungere i propri obiettivi.
E come non pensare, allora, anche ai genitori e alle famiglie che giorno dopo giorno sono impegnati in quel compito meraviglioso e difficile che è crescere ed educare i propri figli, perché gli esami per i genitori non finiscono mai. Un genitore è sempre chiamato a rispondere in prima persona e anche quando i nostri ragazzi cammineranno da soli, noi ci saremo, a debita distanza, certamente, dieci passi indietro. Saremo dietro di loro ad ammirare quel miracolo che è la vita, pronti a dare ancora il nostro appoggio, se necessario e richiesto.
In questi giorni si tiene a Roma il X Incontro Mondiale delle famiglie con papa Francesco, al quale come genitori Agesc siamo stati invitati a partecipare in veste di delegati. È questa un’occasione importante per riflettere sulle risorse che hanno in sé le famiglie e ricomprendere quanto queste potenzialità trovino la loro massima espressione quando sono condivise e vissute in comunità; quella comunità educante che ricordiamo spesso esser il cuore di ogni azione tesa ad investire sul nostro futuro: i ragazzi, i giovani.
Abbiamo visto, in questi ultimi anni, come gli eventi possano metterci a dura prova e di come le difficoltà, date anche da un sistema di politiche familiari insufficienti e non all’altezza delle sfide che stiamo vivendo e che ci attendono, possano stremare i genitori e le famiglie già fortemente provate, rendendo ancora una volta più difficile poter scegliere liberamente l’educazione dei propri figli.
Per questo, come Associazione di genitori Agesc, abbiamo sempre cercato di tradurre nel concreto le richieste che ci sono pervenute dal territorio, perché è da lì che tutto parte e trova linfa proprio nelle tante scuole, da nord a sud, pubbliche paritarie cattoliche, dove tanti genitori, comitati, si sono rimboccati le maniche e si sono dati da fare.
L’ascolto e il lavoro del territorio si è tradotto in una forte azione a livello istituzionale e politico. Per questo, abbiamo lavorato a tutti i tavoli di confronto dove siamo chiamati a portare il nostro contributo, per garantire i diritti fondamentali enunciati dalla nostra Costituzione.
Molta strada dobbiamo fare, ma la dobbiamo fare insieme, ciascuno assumendosi le proprie responsabilità, senza che nessuno si debba sentire spettatore in attesa. È a questa famiglia, la famiglia dell’Agesc, che guardo oggi con profonda gratitudine e con la consapevolezza che 45 e più anni di vita sono solo l’inizio di una lunga storia che ci aspetta in un mondo, quello della scuola, che ha bisogno di noi e che ci auguriamo potrà sicuramente essere migliore grazie all’impegno di tutti.
Catia Zambon
presidente nazionale Agesc
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Fonte:Avvenire