La nuova funzione della Didattica digitale integrata (oltre la pandemia)

Passata l’emergenza si pensa di tornare alla “normalità” facendo a meno dell’esperienza accumulata in questi anni

La nuova funzione della Didattica digitale integrata (oltre la pandemia)

Una delle ultime note ministeriali sulle misure di prevenzione e intervento funzionali a contenere gli effetti della Pandemia stabilisce che non si pratichi più la Didattica digitale integrata anche per gli allievi colpiti dal contagio. Ora, una delle riflessioni fatte durante la pandemia era che “dopo” non si sarebbe più agito e ragionato come “prima”. Ebbene, quella nota ministeriale non sembra tener conto di quell’impegno al quale tutti ci si richiamava. La Didattica digitale integrata (Ddi) o, come spesso la si è chiamata, Didattica a distanza (Dad), è stata uno strumento fondamentale per evitare l’isolamento. Molti l’hanno criticata, quasi tutti ci siamo resi conto che eravamo impreparati e che vi abbiamo fatto ricorso con spirito di emergenza e di necessità. Tuttavia, chi ha vissuto momento per momento la vicenda pandemica nella scuola sa bene che la Dad è stata una grande occasione per interpretare e utilizzare gli strumenti digitali in modo nuovo e in un’ottica di crescita culturale.

È evidente che, come tutte le forme di miglioramento non si tratta di processi immediati ma progressivi e graduali.

Oggi abbiamo un contesto scolastico nettamente diverso e più consapevole del fatto che la relazione è essenziale per le dinamiche di insegnamento apprendimento; tuttavia, sarebbe assolutamente privo di senso tornare a considerare l’utilizzo degli strumenti digitali un evento raro ed eccezionale, considerate le loro strepitose potenzialità. Ciò che forse sfugge ai più è quanto sia importante il ricorso ai collegamenti a distanza in tutte le occasioni che limitano le possibilità di presenza fisica, come ad esempio le situazioni di immobilità forzata per incidenti o ricoveri ospedalieri.

Anzi è proprio in questo nuovo contesto post pandemico che acquista chiarezza la distinzione, talora percepita come artificiosa, fra la Didattica a distanza e la Didattica digitale integrata. La prima interviene in situazioni di interruzione totale e prolungata delle relazioni dirette e si attiva solo in situazioni come quelle che abbiamo vissuto negli anni scorsi. La seconda invece è una forma mista nella quale gli aspetti di relazione diretta non sono annullati, anzi, ove possibile, sono periodicamente o, in particolari condizioni di emergenza, solo occasionalmente praticati a verifica e controllo della validità degli interventi svoltisi a distanza.

Non dimentichiamo poi che la ripresa delle attività comporta anche il ritorno agli scambi internazionali e alle permanenze all’estero per periodi lunghi, durante i quali gli allievi non possono seguire lezioni su discipline tipiche ed esclusive del sistema scolastico italiano.

Un utilizzo intelligente dei collegamenti a distanza evita la perdita totale dell’allenamento su discipline che, abbandonate completamente in un quarto anno passato all’estero, diventano poi essenziali agli esami di Stato. Si tratta quindi di promuovere e mantenere un nuovo stile nelle relazioni educative fra scuola e famiglia, fra gli stessi docenti nei confronti dei loro allievi.

Gli strumenti digitali sono preziosi.

Abbiamo imparato che non vanno demonizzati, ma usati con intelligenza, perché sono, appunto “strumenti”, sono cioè al servizio delle persone. È però necessario che le persone li sappiano utilizzare in modo corretto, appropriato, opportuno ed efficace. Se questa corretta relazione con gli strumenti digitali non la dà la scuola, possiamo pensare che siano i contesti sociali o, persino, familiari, a formarla? La scuola può fare molto, anzi, non è nemmeno un ulteriore carico che le venga dato.

E proprio qui sta il paradosso: dopo anni di piani di promozione della diffusione degli strumenti digitali, di iniziative volte a innalzare il livello di informatizzazione degli istituti, si emana una norma che va in senso opposto limitando l’uso delle relazioni basate su un uso intelligente e consapevole della tecnologia.

Quella indicazione va dunque cancellata e va affidata al collegio dei docenti e ai singoli consigli di classe la definizione di norme sull’attivazione della Dad e della Ddi nelle situazioni di necessità. Sarà un altro banco di prova dell’autonomia scolastica.

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Fonte:Avvenire

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