La legge 62 argine a favore della libertà di scelta
La vita di una società civile non può essere scandita solo dagli interventi della giustizia. La politica deve fare la sua parte, attivamente.Pochi quotidiani in questi giorni hanno dato risalto alla storica sentenza del Tar del Lazio, che ha riconfermato il principio di parità di trattamento (tra le due categorie di istituzioni scolastiche statale e paritaria) stabilito dalla legislazione statale (legge 62/2000).
Di cosa si tratta? Il Miur aveva escluso l’attribuzione di punteggio agli insegnanti delle scuole paritarie passati alle statali per il servizio educativo svolto in precedenza. Ora che i giudici si sono espressi, sembra naturale questo riconoscimento. Ma per anni il Miur con ordinanze ministeriali ha operato in senso diverso. Ora ci auguriamo che tutti gli ex docenti di scuola paritaria possano ottenere quanto spettante; e non si tratterebbe di poco, ma di una cifra che potrebbe sfiorare i due miliardi e mezzo di euro. Si prevedono migliaia di ricorsi a cascata con conseguenze pesanti sui conti del Ministero. Un’amara riflessione: dopo aver 'prelevato' costantemente personale docente già preparato (nelle paritarie) non si voleva riconoscere un loro diritto, mentre le stesse scuole erano costrette a ripartire con la formazione di nuovi docenti.
Sempre dal fronte giudiziario arriva un’altra sentenza emessa dal Tar in merito alla richiesta di riconoscimento di una scuola paritaria. Normalmente i requisiti sono tre: la presentazione della domanda, il decorso del tempo stabilito dalla legge e l’autocertificazione del possesso dei requisiti di legge. Spesso si attendeva la scadenza del termine previsto dalla norma sul silenzio/ assenso per intendere accolta la domanda. Una recente sentenza ha reso prevalente la presenza dei presupposti di fatto e di diritto previsti dalla legge per ottenere il riconoscimento di un istituto paritario. Una sentenza severa? Niente affatto. Le scuola paritarie cattoliche sono tutte scuola che rispettano le regole. Quindi, ben venga questo chiarimento normativo. Ma la vita di una società civile non può essere scandita solo dagli interventi della giustizia. La politica deve fare la sua parte, attivamente. E vediamo invece il perdurare dello strabismo nei confronti del sistema scolastico nazionale (composto da scuola statale e paritaria). Mentre le seconde rischiano di perdere la parità se gli edifici scolastici non sono a norma, assistiamo anche in questa ultima legge di bilancio allo stanziamento di miliardi per la messa a norma degli edifici delle scuole statali che, essendo poste sullo stesso piano delle altre scuole come previsto dalla legge 62 del 2000, altrimenti dovrebbe essere chiuse. Invece per le prime non ci sono scadenze...
Tra pochi mesi ci saranno le elezioni europee. Riusciremo a sentire in Italia delle proposte di tipo europeo sulla scuola e sulla libertà educativa concretamente applicata negli altri Paesi europei? Speriamo di sì. Ma nel frattempo teniamoci stretta la legge 62.