«L’istruzione di domani passa attraverso la relazione con i nostri figli»
LA RIFLESSIONE DELL'AGESC A MARGINE DEL FESTIVAL DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA CATTOLICASi è aperta ieri a Verona l'11 edizione del festival della Dottrina Sociale, un appuntamento organizzato dalla Fondazione Segni Nuovi nato grazie all'impegno e alla lungimiranza del compianto don Adriano Vincenzi, sacerdote veronese che in riva all'Adige ha diretto per anni il Centro Toniolo ed una delle scuola di formazione all'impegno socio-politico più longeva nel panorama della Chiesa Italiana. All'interno della quattro giorni scaligera ci sono tanti appuntamenti che riguardano la formazione, l’educazione e la scuola. Ad uno di questi, nel pomeriggio di oggi, partecipa a buon titolo anche il nostro presidente nazionale Catia Zambon.
Perché tutto questo preambolo? Perché l’appuntamento scaligero è uno di quelli che ci tocca e ci riguarda da vicino come Agesc. Prima di tutto perché la Dottrina Sociale della chiesa, il magistero della chiesa, è fondante e punto di riferimento della nostra associazione. Secondo perché nella riflessione proposta dalla Dsc in campo formativo- scolastico ci sono le risposte a tante domande che, oggi come ieri, sono alla base del nostro essere genitori e quindi i primi educatori dei nostri figli.
Il tema di questa XI edizione è anche per noi particolarmente stimolante: “Audaci nella speranza, Creativi con coraggio”.
Dentro c’è tutto un mondo ma soprattutto c’è l’orizzonte a cui dobbiamo guardare ed in che modo guardarci da genitori nella scuola cattolica assieme e per i nostri ragazzi.
Innanzitutto con speranza, cioè con quell'atteggiamento che implica l’impegno personale di ciascuno e la presa di responsabilità verso quel “bene” collettivo che può nascere ma che ha bisogno appunto di protagonisti attivi, di persone che accettino di sporcarsi le mani e non passivi soggetti in attesa che le cose cambino per inerzia. Il Santo Padre l’ha definita, con un’immagine estremamente realistica, un «buttare l’ancora all'altra riva». Ecco allora l’audacia con la quale intraprendere questo cammino “insieme”, “con” le giovani generazioni, evitando logori slogan ma assumendo un atteggiamento reale da compagni di viaggio, gli uni degli altri. Nel programma del Festival della Dsc un tema tocca in modo particolare le nostre corde di Associazione genitori di scuole cattoliche e vede la partecipazione della nostra presidente nazionale: «La relazione educativa nella scuola del futuro: tra emergenza e priorità».
«Per noi parlare di relazione educativa all'interno della scuola è fondamentale, direi quasi “naturale” se il termine non potesse sembrare semplicistico», sottolinea Catia Zambon presidente nazionale Agesc.
«L’uomo nasce da una relazione, è di per se stesso relazione, l’apprendere è frutto di una relazione. Quindi è fondamentale mettere al centro di questa relazione l’uomo in questo caso l’allievo, il figlio. L’attenzione e la cura alla persona, nelle scuole paritarie cattoliche, sono state principio fondamentale e fondativo. I carismi che sono all’origine delle nostre scuole hanno posto la persona al centro dell’azione formativa ed educativa. Veniamo insomma da una storia importante e a questa storia guardiamo nel ripensare il nostro impegno nel futuro. Nonostante la tendenza a mercificare la conoscenza, la scuola deve essere luogo dove ci si prenda cura della formazione integrale della persona, luogo dove imparare ad imparare e a creare un pensiero critico autonomo».
Necessario più che mai oggi, per la presidente dell'Agesc, è il guardare alle sfide che si aprono all'orizzonte con la consapevolezza che si debbono percorrere strade nuove in cui anche e soprattutto la proposta educativa deve essere adeguata ai tempi che viviamo.
«In periodi dove la tendenza è quella di ridurre lo spazio ed il ruolo dei genitori la relazione deve essere incentrata sull'alleanza educativa scuola-famiglia dove ciascuno deve contribuire secondo i propri ruoli e nel rispetto dell’altro. Per il futuro sarà quindi necessario allargare questa esperienza all'intera società rafforzando le relazioni sociali a sostegno dei genitori e delle famiglie per l’educazione dei figli anche attraverso realtà associative come la nostra».
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Fonte:Avvenire