L’attacco del M5S alle paritarie: affronto alla Costituzione e alla nostra economia

Per risparmiare 500 milioni lo Stato dovrebbe spendere 7 miliardi in più all’anno per garantire il diritto all’istruzione. E rispondere della perdita di 90mila posti di lavoro. Oltre a dover costruire nuove scuole
L’attacco del M5S alle paritarie: affronto alla Costituzione e alla nostra economia

«Siamo stupefatti dalla furia ideologica del Movimento 5 Stelle contro le scuole pubbliche paritarie – afferma Roberto Gontero, presidente Agesc –. Delle due l’una: non conoscono la Costituzione, e allora sono ignoranti. Prima di dichiarare si mettano a studiare. Oppure conoscono la legge ma sono accecati dalla malattia dell’educazione di stato. Stiamo andando verso una deriva autoritaria? Propongo loro di venire a conoscere le nostre scuole, se gli è rimasta un po’ di dignità, e poi potremo parlare di tagli al sistema paritario». L’ignoranza non è solo in materia costituzionale: i pentastellati non sanno fare di conto. Attualmente il sistema paritario pubblico, con le sue 13.222 scuole tra materne 9.489, primarie 1.457, secondarie di primo 638 e secondo grado 1.640, rappresenta il 24% delle scuole del sistema nazionale d’istruzione.

Per quanto riguarda gli alunni siamo al 10% della popolazione scolastica. A seguito della legge 62/2000, che ha riconosciuto la parità a tutte le scuole paritarie, e perciò pubbliche, è stato destinato un contributo finanziario di 500 milioni. La scuola paritaria costa allo Stato meno dell’1% di quella statale, pure servendo il 10% degli alunni. È la Direzione Generale del Miur a stabilire che uno studente che assolve l’obbligo d’istruzione sino a 15 anni nella scuola statale, senza ripetere, e frequentando anche la scuola materna per un totale di 13 anni di scolarità costa circa 110mila euro. Fatti due semplici conti, togliendo alle paritarie il magrissimo contributo, lo Stato otterrebbe l’effetto di farle chiudere, in palese violazione della Costituzione che garantisce alle famiglie la libertà di scelta educativa, e quindi si troverebbe a spendere tra i 7 e gli 8 miliardi in più. Allo Stato ogni alunno di scuola paritaria costa annualmente 584 euro nell’infanzia, 866 nella primaria, 106 nella scuola secondaria di primo grado, 51 nella secondaria di secondo grado. Sono cifre interessanti se paragonate al costo annuale di un singolo alunno di scuola statale. Per non parlare degli edifici scolastici da realizzare al costo di almeno 2 milioni di euro l’uno. Anche qui la cifra raggiungerebbe molti zeri!

A conti fatti l’esistenza delle scuole paritarie garantisce allo Stato un risparmio annuo di almeno 7 miliardi di euro: quanto spenderebbe se tutti gli alunni che le frequentano si riversassero nella scuola statale. Ancora non basta: la chiusura delle sole scuole cattoliche determinerebbe la perdita di circa 90mila posti di lavoro. È questo il bilancio in rosso per lo Stato che l’alzata d’ingegno, peraltro periodica da quando i 5 Stelle sono in Parlamento, provocherebbe. Agesc auspica che deputati e senatori prendano posizione su questo ennesimo attacco alla libertà di educazione del nostro Paese. L’Istat ha appena lanciato l’ennesimo allarme sulla situazione demografica determinata dalla fatica sempre più grande per le famiglie di sostenere i costi per nuovi figli. Ecco una battaglia dove maturare consensi, invece di perderne creando altri problemi alle famiglie.

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