Famiglia, vita e libertà sono le nuove sfide dell’educazione dei giovani
RIFLESSIONI A MARGINE DEGLI STATI GENERALI DELLA NATALITÀA riflettori spenti e a contestazioni finite, possiamo tracciare un breve bilancio della quarta edizione degli Stati generali della natalità, tenutasi il 9 e 10 maggio 2024. È il momento di immaginare cosa potrebbe accadere al nostro sistema Paese se non si adottano rapidamente quei provvedimenti ormai improrogabili per invertire la rotta di un inverno demografico sempre più rigido e preoccupante.
Noi, genitori delle scuole cattoliche, che nel 1993 fummo tra i soci fondatori del Forum delle Associazioni Familiari, sentiamo l'urgenza di interessarci a questo tema cruciale, pensando non solo al presente, ma anche alle generazioni future e alla società odierna.
«Il calo della popolazione farà crollare il Pil nei prossimi anni», ha avvertito il demografo Giancarlo Blangiardo, quantificando in 11 milioni il numero di persone in meno nel 2042. Questi dati, confermati dal Ministero dell’Economia, indicano che entro quell’anno sarà a rischio il 18% del prodotto interno lordo. Il presidente della Fondazione per la natalità, Gigi De Palo, ha sottolineato dal palco che «c’è un grande obiettivo che lega mondo politico e mondo economico: bisogna invertire la tendenza». Gli Stati generali della natalità mirano a questo obiettivo, unendo economia, politica, giovani e Terzo settore. Le discussioni, animate da gruppi di lavoro e interviste degli studenti, hanno visto la partecipazione di oltre 800 giovani al giorno. L'evento è stato arricchito da interventi come il monologo dello scrittore e insegnante Alessandro D’Avenia. «Il 2042 non è poi così lontano», ha commentato Adriano Bordignon, presidente nazionale del Forum delle Associazioni Familiari. Ha aggiunto: «Per affrontare un tema così epocale, non possiamo pensare che lo Stato, pur con tutte le sue articolazioni, possa fare tutto da solo. È necessaria un’alleanza di sistema, dove chi ha capacità innovative, forze e risorse le metta generosamente a disposizione del Paese».
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ribadito l’importanza dell’articolo 31 della Costituzione, affermando che «la Repubblica agevola con misure economiche la formazione della famiglia».
I giovani sono stati protagonisti sia in platea che sul palco, ascoltando e interrogando i manager delle grandi aziende sponsor dell'evento. Alla fine dei due giorni di intensi e approfonditi dibattiti, sono emerse due proposte principali: creare un'agenzia per la natalità entro la fine del 2024 (proposta da De Palo) e utilizzare la flessibilità sul Patto di stabilità non solo per le spese della transizione ecologica e della guerra, ma anche per la natalità (suggerita da Bordignon).
Tra le varie discussioni nei gruppi politici su assegno unico, Family act, sostegno alla disabilità e alle famiglie affidatarie e adottive, ha colpito il dato relativo all'investimento del Giappone nella demografia, pari a 13 miliardi di euro, mentre l’Italia è ferma a un miliardo scarso.
Durante il confronto del giovedì mattina tra donne in politica, la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, è stata interrotta da un gruppo di giovani contestatori.
Nonostante la solidarietà espressa dal mondo politico e dal Presidente della Repubblica, rimane l'interrogativo: perché alcuni giovani concepiscono la libertà in modo unilaterale? Perché mancano argomenti di merito quando si discute di frasi come «sul mio corpo decido io»? Il nuovo umanesimo inizia dal riconoscimento del valore della persona, dalla consapevolezza che la libertà è un valore solo se garantito universalmente, e dalla comprensione che interrompere il dialogo impoverisce tutti La kermesse romana si è conclusa con l'intervento di papa Francesco. Dopo aver elogiato gli sforzi organizzativi e intellettuali degli eventi, il Papa ha incitato a proseguire su questa strada. Ha esaltato il valore assoluto dei bambini e dei nonni, sottolineando nel suo discorso le due maggiori industrie del nostro tempo: le armi e i contraccettivi. «Le prime distruggono la vita, i secondi la eliminano sin dall’inizio nel silenzio», ha dichiarato papa Francesco Il tratto illiberale di questi giovani solleva una domanda: a chi giova fomentare divisioni su temi sensibili come vita, famiglia e libertà? Quale messaggio hanno recepito gli altri studenti? Successivamente, nelle classi, gli insegnanti hanno portato gli allievi a riflettere sull'accaduto, uno dei pochi aspetti positivi della vicenda. L'ideologia può accecare e rendere sordi. La questione educativa per noi adulti resta la grande sfida del nostro tempo. Testimoniare ed educare alla verità e alla libertà è un compito tremendo, mai facile, ma oggi ancora più impegnativo e denso di responsabilità.
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Fonte:Avvenire