Europa 2020: tra sovranismo nazionale ed europeismo
Per noi genitori, l’obiettivo è mantenere una concreta libertà di scelta educativa in tutte le parti del nostro Paese, anche dove verrà attuata l’autonomia differenziata.Manca poco meno di un anno alla scadenza del quadro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della formazione denominato 'Et 2020', nell’ambito del quale gli Stati europei potevano e possono imparare gli uni dagli altri, scambiandosi le esperienze nazionali, ed in Italia si sta iniziando la regionalizzazione dell’istruzione mentre la Formazione professionale non è ancora adeguatamente presente in tutte le regioni italiane.
Gli obiettivi europei relativi alla riduzione del tasso di abbandono scolastico sotto il 10% e all’ottenimento di un diploma di istruzione superiore da parte di almeno il 40% delle persone di età compresa tra i 30 e i 34 anni sono stati raggiunti ma in merito alla creazione di lavoro, la Strategia Europa 2020 puntava ad arrivare al 75% di occupati per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni. Le statistiche Eurostat hanno registrato nel 2017 una occupazione al 72,2% ma con il rallentamento dell’economia in Europa ed in una situazione di stagnazione annunciata dal nostro ministro dell’Economia sarà difficile raggiungere l’obiettivo fissato. Anche nei settori della ricerca e sviluppo e contrasto alla povertà si registrano risultati insoddisfacenti con investimenti intorno al 2% del Pil dell’Ue contro la previsione di investimento fino al 3%. L’Italia ha un obiettivo di spesa in ricerca e sviluppo sul Pil dell’1,53%, mentre l’obiettivo di raggiungere nel 2020 un tasso di occupazione del 67% è ancora lontano, visto che è fermo al 62,3% degli occupati.
All’interno del progetto europeo un ruolo importante assume la 'Iefp' (Istruzione e formazione professionale). Infatti il processo di Copenaghen prevedeva di stabilire obiettivi europei comuni e a riformare i sistemi nazionali di 'Iefp', anche mediante lo sviluppo di strumenti europei comuni in grado di aumentare la qualità delle competenze e delle qualifiche e di incrementare la mobilità. Insomma, una cooperazione finalizzata a incentivare l’apprendimento reciproco a livello europeo e a coinvolgere tutte le parti interessate nei singoli Stati nazionali. La 'Iefp' in Italia vede ancora una scarsa o inesistente presenza in tutto il Meridione malgrado la nota correlazione tra miglioramento dei livelli occupazionali dei giovani in presenza di 'Iefp'.
In Italia, con la richiesta di maggiore autonomia presentata da tre regioni (Emilia Romagna, Lombardia e Veneto) che dovrebbe portare entro il prossimo 15 febbraio alla firma dell’intesa, l’istruzione passerà sotto la gestione regionale. La richiesta di maggiore autonomia su determinate competenze sancite dall’articolo 117 della Costituzione, che le tre regioni citate hanno negoziato con il Governo in maniera diversa, è stata presentata anche da Marche, Liguria, Piemonte, Toscana e Umbria. Per quanto riguarda le forme di finanziamento di queste operazioni, il trasferimento delle competenze dovrebbe avvenire a costo storico, ovvero calcolando quanto lo Stato spende attualmente per quella materia. L’obiettivo dichiarato è arrivare alla determinazione dei fabbisogni standard per rendere più efficiente il servizio. Per noi genitori, l’obiettivo è mantenere una concreta libertà di scelta educativa in tutte le parti del nostro Paese, anche dove verrà attuata l’autonomia differenziata. Per ora registriamo che i tavoli tecnici avrebbero concluso i loro lavori escludendo la componente genitori (che forniscono la 'materia prima') da qualsiasi coinvolgimento. Ci auguriamo che, prima della definizione dell’autonomia scolastica le istituzioni pubbliche coinvolte, ascoltino i genitori, cioè i cittadini genitori.