Disabilità, come l’esperienza della California può far molto bene anche all’Italia

A Los Angeles sono molte (e visibili) le strutture a disposizione, per facilitare la vita quotidiana di chi ha difficoltà a spostarsi - Parla il vicepresidente Claudio Masotti
Disabilità, come l’esperienza della California può far molto bene anche all’Italia

A_Los Angeles, uno degli aspetti che contraddistingue e colpisce immediatamente della vita quotidiana negli Stati Uniti è la grande attenzione e visibilità che viene data alle strutture, in modo particolare quelle che più spesso vengono usate perché parte della vita quotidiana di persone con disabilità e non. Sono queste le impressioni riportate dal Vicepresidente Agesc ed Epa, Claudio Masotti, che da qualche mese soggiorna in California. Si tratta, prosegue, di particolari a cui spesso le persone non disabili non fanno caso. Stiamo parlando dei parcheggi riservati ai veicoli che trasportano persone con disabilità, di rampe di accesso ad edifici pubblici. Ma anche banali discese per rendere agevole l’attraversamento stradale per le sedie a rotelle o pavimenti borchiati molto utili ai non vedenti insieme alle segnalazioni acustiche in prossimità dei semafori.

Accorgimenti che rendono la vita nelle città, meno complicata per le persone con disabilità anche temporanea. Domenica scorsa durante la Messa, una donna con difficoltà nella deambulazione si è messa in coda per ricevere la Comunione da sola grazie al suo deambulatore. Un’immagine che colpisce se pensiamo che molte delle nostre chiese in Italia sono accessibili solo grazie ad una serie più o meno numerosa di scalini.

La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle Persone con Disabilità (Uncrpd) del 2006 è stata adottata da 192 Paesi e con i suoi 50 articoli rappresenta il primo grande trattato sui diritti umani del nuovo millennio. È un documento di grandissima importanza per la promozione di una nuova cultura riguardo alla condizione delle persone con disabilità e delle loro famiglie. L’articolo 7 dedicato ai Bambini con disabilità recita al punto 1: «Gli Stati prenderanno ogni misura necessaria ad assicurare il pieno godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali da parte dei bambini con disabilità su base di eguaglianza con gli altri bambini ». E continua all’articolo 2 : «In tutte le azioni concernenti i bambini con disabilità, il superiore interesse del bambino sarà tenuto prioritariamente in considerazione».

L’Italia ha ratificato e resa esecutiva la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e con il medesimo provvedimento ha istituito l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Questo dunque è l’ambito normativo entra il quale ci si deve muovere quando si tratta di attivare iniziative con lo scopo di migliore la vita delle persone con disabilità e in modo particolare per i bambini.

I genitori Agesc sono da sempre impegnati a sostenere e, dove possibile, a migliorare la presenza dei bambini con disabilità all’interno delle scuole cattoliche. Questo non per un pietismo verso i bambini “meno fortunati” ai quali regalare qualche briciola, sia essa economica o di tempo. Ma per una reale coscienza del bisogno che muove. Per questo è nata da poco un’iniziativa in collaborazione tra Agesc e Avvenire per la creazione di un fondo a sostegno di studenti con disabilità. La proposta è rivolta a tutti i genitori associati Agesc e non a cui verrà offerto un abbonamento gratuito on line ad Avvenire per la durata di sei mesi. Per ogni attivazione richiesta Agesc e Avvenire insieme verseranno un euro nel fondo di solidarietà.

Con questo progetto vogliamo sì aiutare una ragazza o un ragazzo con disabilità, ma desideriamo che l’iniziativa sia inserita nel contesto familiare. Tramite l’abbonamento ad Avvenire, che da sempre sostiene il diritto dei genitori per una scuola paritaria realmente libera da condizionamenti economici. Genitori e mezzi di informazione, un’alleanza che crediamo possa generare percorsi innovativi ma soprattutto utili al mondo della scuola. Ed in particolare della scuola paritaria che da qualche anno fatica a reggere l’urto del calo demografico e della crisi economica soprattutto per le famiglie a reddito medio basso.

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