DARE COMPIMENTO ALLA LIBERTÀ EDUCATIVA: DALLA LOMBARDIA, L’APPELLO DI 24 ASSOCIAZIONI

DARE COMPIMENTO ALLA LIBERTÀ EDUCATIVA: DALLA LOMBARDIA, L’APPELLO DI 24 ASSOCIAZIONI

Promosso da associazioni e soggetti che sostengono la libertà di scelta educativa e ospitato da Regione Lombardia, si è tenuto il 24 marzo scorso il Convegno dal titolo 25 anni di legge di parità e dote scuola: dare compimento alla libertà educativa.

Hanno aperto i lavori il presidente Attilio Fontana e l’assessore all’istruzione Simona Tironi, ricordando come la Regione Lombardia da 25 anni, con il buono-scuola (oggi dote-scuola), sopperisca, seppur parzialmente, alla mancanza di copertura economica della L. 62/2000.

È seguito l’intervento di don Giuseppe Como, vicario episcopale per la pastorale scolastica della diocesi di Milano, a ribadire le ragioni per cui la Chiesa ha a cuore la libertà di scelta educativa e quale valenza abbia per il suo magistero.
A chiudere questo primo panel sono stati i parlamentari Simona Malpezzi e Maurizio Lupi i quali, pur appartenendo a partiti diversi di opposizione e di governo, hanno raccontato del lavoro comune portato avanti in Parlamento per il sostegno alla parità, sottolineando come il monopolio sia sempre un disservizio. L’onorevole Lupi è stato molto chiaro nell’individuare le tre strade possibili, alternative tra loro, per dare copertura economica stabile alla Legge 62/2000:

  1. il finanziamento diretto alle scuole paritarie
  2. il sostegno ai genitori mediante voucher ovvero buono-scuola
  3. la detrazione delle rette in dichiarazione dei redditi.

I due deputati si sono trovati d’accordo anche nel sottolineare come il diritto-dovere di educare e istruire i figli sia costituzionalmente espresso in capo alla famiglia e come ciò renda indispensabile una effettiva libertà di scelta.

Per il mondo della scuola è intervenuta per prima suor Anna Monia Alfieri, raccontando dei moltissimi istituti paritari costretti, soprattutto al Sud, a chiudere a causa dell’aumento dei costi, non potendo e non volendo chiedere rette esagerate ai genitori.

È stato quindi il turno di Roberto Pasolini, ideatore e promotore, insieme alle associazioni dei genitori, della giornata di dibattito, sintetizzando il documento che è stato portato all’attenzione del Ministro, firmato da 24 sigle del mondo della scuola.

È seguito l’intervento di Roberto Formigoni che ha raccontato la nascita, 25 anni fa, del buono-scuola e di come inizialmente fosse sganciato da parametri reddituali perché era, e dovrebbe essere ancora oggi, un sostegno alla libertà di scelta e non un sostegno al reddito. Ha sottolineato come, per l’applicazione nazionale del buono-scuola, disancorato dall’Isee, sarebbe necessaria una dotazione finanziaria pubblica di 500 milioni di euro l’anno. Importo ingente ma decisamente possibile. L’ex presidente Formigoni ha energicamente sostenuto il finanziamento ai genitori, detentori del diritto di educare i figli, in modo che questi possano spenderlo presso le scuole che preferiscono.

Lo spazio centrale del dibattito è stato occupato dall’intervento del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che, citando specifici articoli della Costituzione, ha confermato il desiderio del Governo di procedere con l’attuazione della parità scolastica. Il Ministro ha inoltre ribadito la ferma decisione nel proseguire il confronto con la Commissione Europea per la definitiva esclusione degli istituti senza scopo di lucro dal pagamento dell’Imu.

La costituzionalista Anna Poggi, intervenuta dopo il Ministro, ha spiegato come i dettami costituzionali vadano intesi non tanto come facoltà dello Stato di sostenere la libertà di scelta educativa, bensì come diritto dei cittadini a pretendere che ciò avvenga.

Sono quindi intervenuti i rappresentanti di Age, Fism e Fidae. Luca Iemmi, rappresentante delle scuole materne, in particolare, ha evidenziato come una grande fetta del segmento 0-6 anni sia gestito da scuole paritarie e che quindi se queste, per l’accrescere dei costi, dovessero chiudere ricadrebbe sullo Stato un onere di svariati miliardi di euro.

Ha chiuso il convegno il presidente nazionale dell’Agesc, Umberto Palaia, che ha fatto un lucido excursus sulla situazione dei Paesi europei dove la parità è stata attuata: in tali Paesi si registra il superamento di una suddivisione delle scuole per classi sociali a favore di una reale accessibilità a entrambe le tipologie di istituti, statali e paritari. Il presidente ha inoltre ripreso il tema del necessario superamento del criterio dell’Isee per qualsiasi sostegno economico alla libertà di scelta educativa.

Abbiamo chiesto al Ministro Valditara di riportare quanto emerso nel convegno di ieri al capo del Governo e al Ministro dell’economia Giorgetti, in vista della prossima finanziaria.

Maria Vittoria Brasca
Segretario Regionale Agesc Lombardia

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Fonte: Avvenire