Continua l’impegno delle famiglie in Europa per migliorare la scuola di tutti

È stridente il confronto con gli investimenti degli altri Paesi dell’Unione, come per esempio la Danimarca
Continua l’impegno delle famiglie in Europa per migliorare la scuola di tutti

Mentre il Parlamento europeo si interroga sul futuro dell’Europa, così come ha fatto l’ultimo numero di Atempopieno, il notiziario dell’Agesc, in distribuzione nelle scuole paritarie dell’intera penisola, anche l’Associazione ha confermato la sua presenza in un piccolo, ma rilevante spazio dell’Europa delle persone.

Si tratta di Claudio Masotti che poche settimane fa è stato confermato alla vicepresidenza di Epa (European parents’ association) un’associazione europea di secondo livello che raggruppa le associazioni di genitori di più di 20 Paesi della Unione europea. In Epa collaborano da più di 30 anni sia associazioni laiche sia associazioni di ispirazione religiosa, con l’obiettivo di migliorare le relazioni tra la scuola e la famiglia. Agesc è a pieno titolo parte di Epa già dalla sua fondazione avvenuta a Milano nel 1985. Come membro fondatore di Epa, la nostra Associazione ha sempre contribuito in modo concreto alla costruzione di un tessuto di relazioni tra le varie associazioni laiche e non. Forte è il legame che lega l’Agesc ad Apel (Association de parents d’élèves de l’enseignement libre) l’associazione “cugina” francese che rappresenta quasi un milione di famiglie, unica associazione riconosciuta dalla Chiesa francese come rappresentante dei genitori della scuola cattolica. Un legame che Agesc punta a rafforzare ulteriormente.

In Epa- come racconta Gianna Pierini responsabile dell’ufficio esteri dell’Agesc - si respira un’atmosfera dinamica ed informale ma anche molto concreta sulle questioni poste all’ordine del giorno, che riguardano dinamiche per certi aspetti comuni a realtà scolastiche anche di Paesi diversi. E soprattutto durante l’Assemblea generale vengono a confronto tutte le dinamiche proprie delle realtà associative che devono confrontarsi per far quadrare sia la parte economica sia la parte elettiva dei nuovi membri del Board Epa. Nel confronto con i diversi rappresentanti delle altre associazioni emergono la preparazione e la passione per i temi della scuola e della famiglia, che sono i due ambiti privilegiati delle associazioni presenti in Epa. La Danimarca (che è il Paese ospitante dell’ultima Assemblea generale elettiva) è una Nazione che pone una grande attenzione alla qualità delle proprie scuole. E le visite alle due scuole, primaria e secondaria, effettuate durante i lavori dell’Assemblea, lo hanno dimostrato. Ambienti grandi e luminosi e un’atmosfera carica di una serenità molto attiva ed operosa con una spiccata attenzione alle attività manuali. La cultura fa parte delle basi delle scuole che, a differenza di quelle italiane, hanno enormi biblioteche per i ragazzi. Ma anche l’alimentazione non è trascurata con un’intera area adibita a cucina: un vero e proprio benchmark! Per non parlare degli ambienti per i laboratori come quello di falegnameria, disegno, musica, progettazione utensili vari e ad attività di cucito e ricamo! Questo aspetto per così dire ludico, ma intriso di elementi valoriali da un punto di vista didattico, è stato ulteriormente sviluppato ed approfondito quando si sono conosciute le varie tecniche di apprendimento scolastico basate sullo studio della corporeità e delle emozioni. Ancora una volta risulta evidente quanto la componente genitoriale rivesta un ruolo fondamentale nel processo di apprendimento del fanciullo specialmente nei primi anni di vita, come ben ha evidenziato la responsabile della Lego Foundation nel suo intervento. Da quest’ultimo e da altri che si sono susseguiti è emerso che la presenza consapevole e responsabile dei genitori nella crescita psicofisica dei propri figli rimane, anche in questa realtà di eccellenza, il punto dolente intorno al quale si stanno convogliando interessi dello Stato e dei privati.

«Quello che comunque colpisce maggiormente – sottolinea il presidente dell’Agesc, Giancarlo Frare – è vedere come in Danimarca lo Stato investa nella scuola e nella formazione una notevole percentuale del Pil e in ciò è evidente come il paragone con il nostro Paese si faccia quanto mai stridente».

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