«Come un secolo fa, ora è il momento dell’impegno per la crescita del Paese»
L’ex-presidente Agesc Frare: «Investiamo sulla scuola (anche paritaria) e puntiamo sulla dedizione dei nostri ragazzi»Ieri si è celebrata la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Festa nazionale istituita nel 1919 per onorare gli oltre 600mila caduti che con il loro sacrificio hanno contribuito all’unificazione territoriale del nostro Paese e, grazie alla mobilitazione di 5 milioni di soldati provenienti da tutte le regioni italiane, all’avvio concreto della riunificazione del popolo italiano e alla nascita di una coscienza nazionale. Ma è anche il centenario del viaggio via treno del Milite Ignoto da Aquileia a Roma.
In questa occasione Giancarlo Frare, Past President dell’Agesc, originario di Nervesa della Battaglia, uno dei luoghi dove più cruenti furono gli scontri con l’esercito austroungarico, ci offre alcune riflessioni su questa ricorrenza, sui tempi eccezionali vissuti dagli italiani un secolo fa e sui tempi eccezionali che stiamo vivendo. «Lo scorso 29 ottobre è partito da Cervignano Aquileia il “Treno della Memoria”, riedizione del treno speciale che nel 1921 trasportò il Milite Ignoto da Aquileia a Roma. Il treno ha raggiunto Roma il 2 novembre scorso dopo avere ripercorso le tappe di 100 anni fa – esordisce Frare – e quel viaggio del Milite Ignoto aveva rappresentato un momento di grande unità del Paese, attanagliato dalla crisi economica post bellica, da forti tensioni sociali e da cambiamenti epocali. Grazie ad una mamma, Maria Bergamas, chiamata a rappresentare tutte le madri italiane che avevano perso un figlio durante la Grande Guerra per scegliere, tra undici bare di soldati italiani sconosciuti, il Milite che avrebbe rappresentato tutti i caduti, le famiglie italiane si sentirono unite nel dolore di chi aveva perso non solo un figlio, ma anche un marito, o un padre. Questo gesto confermò il valore della famiglia come cellula fondamentale della società e per la donna il valore della maternità».
Come possiamo collegare quei momenti con i tempi che stiamo vivendo? «Come allora stiamo vivendo un momento simile ad una guerra – riprende Frare – con l’emergenza sanitaria in corso, un momento accompagnato da una crisi economica in un’epoca di grandi cambiamenti. Il mio pensiero va alle decine di migliaia di vittime di questa “guerra” al Covid ma anche ai sacrifici che le giovani generazioni stanno sopportando a scuola e nella ricerca di lavoro. Maria, fu a suo tempo una donna coraggiosa che con la sua scelta seppe tracciare un percorso di unificazione del Paese valorizzando la dedizione fino al sacrificio di centinaia di migliaia di giovani che trovò sintesi nel Milite ignoto. Il dolore per la perdita di un familiare non rimase nel privato ma divenne un dolore collettivo ancora oggi riconosciuto in questa ricorrenza nazionale».
«Trovo una somiglianza tra i giovani di allora e quelli di oggi con quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nei giorni scorsi a Bari che, ogni volta che ha avuto occasione di incontrare dei giovani, è rimasto colpito dal loro idealismo, dalle loro capacità, dalla loro dedizione».
«Come genitore impegnato nella scuola – riprende Frare – non posso non sottolineare che Draghi ha ribadito anche un percorso fondamentale per l’Italia quando ha sottolineato che investire nella scuola è quindi un dovere civile e un atto di giustizia sociale. Un sistema educativo che non funziona alimenta le diseguaglianze, ostacola la mobilità e priva l’Italia di cittadini capaci e consapevoli. Mi auguro che il presidente Draghi scelga di sostenere tutto il sistema educativo nazionale, composto da scuole statali e scuole paritarie».
Oltre a questo, cosa si augura per il futuro? «Parafrasando una affermazione del premier Mario Draghi – conclude Frare – dopo anni in cui l’Italia si è spesso dimenticata non solo delle sue ragazze e dei suoi ragazzi ma anche e soprattutto delle loro famiglie, mi auguro che oggi la famiglia, e il sostegno alla maternità e quindi ai figli, torni veramente al centro delle scelte del Governo».
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Fonte:Avvenire