Centro estivo, quanto mi costi! Scuole paritarie e oratori accanto alle famiglie
La fine della scuola apre un tempo di non facile gestione per i genitoriChe, però, possono contare su alcuni aiuti
L’anno scolastico è giunto al termine, almeno per i ragazzi non impegnati in esami di fine ciclo. È la vigilia di un tempo di vacanza che, come ci ricorda l’etimologia, indica la vacatio, il vuoto. Purtroppo, per i genitori, costretti a tempi di lavoro che non coincidono con quelli della cura familiare, il vuoto che si apre è anche quello lasciato dalle scuole che chiudono.
Sappiamo che il tempo trascorso a scuola, spesso prolungato al pomeriggio, garantisce alle famiglie l’affidamento dei figli a strutture protette, che li accolgono e offrono loro un tempo di qualità, fatto di apprendimento e arricchimento relazionale. Purtroppo, assicurare qualcosa di simile anche oltre l’anno scolastico rischia di tradursi per le famiglie in una spesa che va ad aggravare budget già messi a dura prova dalla recente crisi inflazionistica.
Sulle colonne di questo giornale, la settimana scorsa, si metteva in evidenza come il costo di campus e strutture private in cinque grandi città (Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari) sarà quest’anno in media di circa 154 euro a settimana per ogni bambino, con un rincaro del 10% rispetto all’anno scorso. Tra le città più care c’è Milano con una media di 218 euro, mentre Bari risulta la più economica: “solo” 100 euro a settimana. Ma in generale è tutto il nord ad essere più caro (circa 175 euro di media) rispetto al centro-sud (Bologna 148 euro, Napoli 123 euro, Roma 137 euro). Al di là delle specificità il dato che emerge è una spesa media che grava in maniera significativa sulle spalle di genitori, che non hanno solo il problema di affidare i figli (a quello spesso sopperiscono i nonni) ma anche di garantire loro un tempo qualitativamente arricchente. L’unica alternativa all’offerta privata sono, come sappiamo, gli oratori estivi. Oltre 8.200 realtà che ogni anno sono frequentate da due milioni di ragazzi e da 350mila ragazzi più grandi (e adulti) come volontari. Una vera e propria “ancora di salvezza” per le famiglie con un prezzo che in una città come Milano, oscilla tra i 40 e i 60 euro a settimana. Molti dei volontari adulti impegnati negli oratori estivi sono genitori delle nostre scuole cattoliche o addirittura soci dell'Agesc che si chiedono come accogliere questi ragazzi anche d’estate facendo fronte finanziariamente ad un impegno del genere. Come Agesc pensiamo che le scuole paritarie possano trasformarsi, sorretti dai carismi dei loro fondatori e con l’aiuto economico necessario, in veri e propri centri culturali ed educativi, cosicché la comunità educante (famiglia e scuola) sia presente «in mezzo ai ragazzi, sempre in qualsiasi posto, in qualsiasi circostanza; una presenza amabile, attenta, gradita. Necessaria», come auspicava Don Bosco.
Per fare ciò, però, sono necessari contributi statali ma anche regionali e, se possibile, comunali, e l'Agesc deve operare per i genitori e con le scuole affinché i fondi necessari arrivino agli istituti scolastici paritari, così da sgravare le famiglie. Sarebbe auspicabile che le scuole paritarie potessero trovare ulteriore sostegno economico nei fondi Pnrr per ampliare i molti progetti già in essere creando una più forte e solida comunità educante, garanzia di bene comune.
Per aderire al Piano estate 2023-24 e 2024-25, per il quale sono stati stanziati 400 milioni di euro, i progetti potevano essere presentati dal 22 aprile al 24 maggio 2024. I dati pubblicati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito attestano che ad aderire è stato poco più del 58% delle scuole interessate. Si potrebbe, quindi, pensare di concedere maggior tempo a quel 40% di scuole al momento sprovviste di un Piano estate, prorogando i termini. Rimangono comunque alcuni nodi, tra i quali, ad esempio, l’adesione dei docenti, che è su base volontaria e a fronte della quale gli stessi verranno remunerati nei limiti delle risorse disponibili per i moduli didattici attivati.
Il Ministero ha chiarito che, oltre ai 400 milioni stanziati, i progetti estivi saranno sostenuti anche mediante le risorse Pnrr e per azioni di potenziamento delle competenze Stem (ulteriori 600 milioni). Oltre a concedere una riapertura del bando andrebbe pensato un modo per garantire agli istituti le competenze utili ad elaborare e realizzare i progetti o, quanto meno, un sostegno per sopperire ad eventuali carenze in questo ambito.
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Fonte:Avvenire