“Caro libri” e Intelligenza artificiale: due sfide per i genitori della scuola
Puntuale, ogni anno, come una spada di Damocle calata sulle teste di tanti genitori arriva, all’inizio dell’anno scolastico il problema dell’acquisto dei libri scolastici. Un problemone se è vero, così come confermano i dati, che accanto alla ricorrente preoccupazione dei genitori per una spesa che definire “pesante” è dir poco, corrisponde un continuo aumento del costo dei testi. Se ne parla da sempre ma alle parole non sono seguiti provvedimenti ed azioni che andassero in aiuto ai genitori anzi il problema è andato via, via quasi dimenticato dalle istituzioni impegnate, o forse anche distratte, su altri fronti.
Da genitori abbiamo talvolta pensato che tutto quello che è nato attorno alla didattica a distanza (di cui si è parlato e discusso moltissimo nel triste periodo di isolamento dovuto alla pandemia da Covid) potesse essere fonte di idee per soluzioni condivise che potrebbero sicuramente risolvere il problema o quantomeno aprire nuovi percorsi e portare a nuovi strumenti di apprendimento. Certamente ci vogliono “strutture” adeguate ed una politica di reale espansione con conseguenti investimenti, nel campo delle infrastrutture che sono necessarie perché la tecnologia aiuti realmente.
Ad esempio: nella giornata di mercoledì 11 ottobre, il Mim ha reso disponibile per famiglie, studenti e personale la piattaforma Unica. A parte l’obiettivo specifico di questo intervento quello che richiama la nostra attenzione è la modalità di approccio alle risposte ad esigenze che nel tempo si sono rivelate sempre più pressanti vale a dire appunto la tecnologia. Utilissima per l’orientamento (all’interno del nuovo portale, un’ampia area è dedicata infatti all’orientamento, con informazioni e strumenti utili per scegliere il percorso formativo e contattare il tutor e il docente orientatore) la piattaforma potrebbe essere un ottimo esperimento per testare anche la capacità del nostro sistema di “reggere” di fronte ad un utilizzo allargato e simultaneo.
Proprio in questi giorni si tiene a Misterbianco, in provincia di Catania, una rassegna fieristica del mondo della scuola dedicata alla formazione e all’innovazione didattica. Il payoff è particolarmente significativo Uno sguardo al futuro: l’intelligenza artificiale. Non vogliamo qui addentrarci nella riflessione, forse anche nel dibattito, già in atto nel nostro sistema “scuola” relativa al tema dell’Intelligenza Artificiale (su questo tema già abbiamo scritto a partire dal documento significativo della Pontificia Accademia delle scienze sull’Etica dell’Algoritmo); quello che ci interessa è porre l’accento su quello sguardo al futuro che ci anima e ci interpella da tempo: quale futuro per i nostri figli, per la nostra casa comune? Come Agesc, come genitori di scuole pubbliche paritarie, abbiamo cercato di far nostre tutte le sollecitazioni che vanno nella direzione dell’Uomo al centro, della Persona al centro, e continuiamo su questa strada con azioni concrete come quella di portare all’attenzione delle istituzioni (vedi le recenti e prossime audizioni in Commissione Cultura Scienza ed Istruzione della Camera) questioni come queste, le richieste delle famiglie, sempre con un atteggiamento propositivo unico in grado di portare, nel dialogo, a trovare soluzioni possibili.
Tornando alla rassegna di Catania un ambito, tra i tanti, ha richiamato la nostra attenzione ed è appunto quello relativo agli «ambienti didattici innovativi 4.0, ecosistemi di apprendimento, contenuti digitali e editoriali di ultimissima generazione, eventi immersivi per integrare la didattica tradizionale con la tecnologia interattiva».
Termini e concetti che sembrano rivoluzionari e fuori dal mondo in cui viviamo attualmente in cui alcune scuole, passateci la battuta, rischiano di cadere a pezzi ed altre di essere invece invase dalla gramigna per mancanza di studenti.
Sono concetti invece con i quali già ci stiamo confrontando, con i quali è necessario farlo sempre di più e che porteranno sicuramente, se lo vogliamo, ad alleggerire il peso economico che oggi grava su tante famiglie, «anche quello del costo dei libri di testo».
Come sempre il nostro è un sasso lanciato nello stagno, per provocare la riflessione (e non solo quella…) comune. Un gesto compiuto consapevolmente non ritraendo la mano subito dopo ma porgendola in segno di desiderio di compartecipazione e corresponsabilità.
Questo è lo stile di Agesc e il nostro modo di guardare insieme al futuro perché, come diceva don Milani: «Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia!».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte:Avvenire