«Accelerare la ripresa delle lezioni in presenza: le famiglie sono pronte a collaborare»

Dopo trecento giorni di didattica a distanza, gli studenti hanno bisogno di tornare in classe. Che, dicono gli esperti, è un luogo sicuro, dove le regole anti-Covid sono rispettate
Accellerare la ripresa delle lezioni in presenza

«Purtroppo la ripresa dell’attività scolastica non sarà come la aspettavamo», afferma Giancarlo Frare presidente dell’Agesc. Le scuole secondarie di secondo grado, ad esempio, riprenderanno solo al 50% e non si sa per quanto e con ripartenze diverse nelle varie regioni. Inutile ripercorrere gli errori di valutazione e le superficialità che hanno contraddistinto l’azione governativa ai vari livelli sulla scuola nella cosiddetta seconda ondata della pandemia.
Purtroppo nelle famiglie italiane, oltre alla delusione per questa ennesima doccia fredda, c’è la piena consapevolezza di quanto è stato o non è stato fatto per i propri figli; di quanto è stato annunciato e promesso e non è stato affatto mantenuto a danno delle nuove generazioni.
Appare evidente il contrasto tra le buone intenzioni e le pessime realizzazioni, verificabili nei fatti concreti che, oggi più di ieri, pesano sulle spalle degli studenti di ogni ordine di scuola e delle loro famiglie.
Con i ragazzi rivendichiamo che la scuola così intesa ritorni ad essere la priorità principale delle azioni di governo e chiediamo alla classe politica di fornire le risorse necessarie perché questo fine sia perseguito senza paure ingiustificate. Sarebbe in punto d’attacco molto concreto, cui coordinare con coerenza altre scelte amministrative (mobilità e trasporti). Le evidenze scientifiche mostrano chiaramente che la scuola non risulta tra i principali ambiti di trasmissione e diffusione della pandemia, tenuto conto che tendenzialmente le giovani generazioni non sono un bersaglio elettivo del morbo e che in ambito scolastico hanno saputo rispettare le regole sanitarie previste, si possono riportare con rinnovato vigore nell’attività scolastica, anzi potrebbero costituire un significativo elemento culturale, da sostenere con il concorso di tutta la società civile che «si prenda cura» con coraggio e fiducia della educazione delle giovani generazioni.
Una richiesta incessante di maggior coinvolgimento della collettività attraverso l’applicazione di una maggiore autonomia scolastica, il coinvolgimento dei numerosi soggetti pubblici e privati che operano nella scuola e intorno ad essa significa uscire dal ruolo di sudditi. Impegnare risorse, competenze, passione educativa nella scuola, vero investimento per una futura vita civica buona e partecipata, non luogo di scontro fra consorterie durante una navigazione a vista che costringe le famiglie a una continua flessibilità di adattamento. I genitori rinnovano la loro volontà di incontro e di partecipazione attiva per non perdere e disperdere una intera generazione di giovani e difendere il loro diritto alla conoscenza. Questo sarà possibile se ci si aiuterà a vicenda a percepirne il senso.
Occorre quindi guardare al futuro per capire come gestire il 2021 ed evitare di perdere anche questa parte dell’anno scolastico. Dopo oltre 300 giorni di emergenza sanitaria chiediamo decisioni chiare e una comunicazione più corretta, all’altezza del nostro ruolo di cittadini consapevoli e partecipativi.
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Fonte:Avvenire