A 20 anni dalla legge sulle scuole paritarie, uscire dalla stagnazione delle idee
L’educazione coerente tra l’ambito famigliare e quello scolastico è un’opzione pedagogica alla quale non vogliamo rinunciareDa pochi giorni si è concluso il Consiglio Nazionale AGeSC interamente dedicato alla legge 62/2000 nel suo ventesimo compleanno. A Rimini sono state ripercorse le tappe di una normativa che, nonostante la maggiore età, rimane inattuata nella sua componente economica. Siamo quindi ancora una volta di fronte a una disparità di scelta educativa da parte delle famiglie.
Nella due-giorni riminese sono state ripercorse alcune delle tappe significative della legge attraverso la voce e la testimonianza di chi nel corso degli anni ha guidato l’AGeSC fino ai giorni nostri.
«Una libertà a pagamento non è una libertà. L’ho scritto come presidente nazionale dell’Agesc migliaia di volte e ne sono convinta». Sono le parole di Maria Grazia Colombo, ora vice-presidente del Forum delle Famiglie. Ma tutti siamo convinti che quella legge ci ha permesso in questi vent’anni di affermare che le scuole paritarie fanno parte del sistema nazionale di istruzione e quindi le statali sono pubbliche come le paritarie! Lo abbiamo insegnato a tanti genitori delle nostre scuole ma non solo, l’abbiamo affermato con decisione in luoghi laici, istituzionali, perché la questione della libertà di scelta e del relativo pluralismo scolastico sono temi laici, di tutti. Noi genitori siamo convinti che l’educazione è un bene pubblico, non un fatto privato, che ha a che fare con il bene comune. Quel bene comune che non è riducibile alla dimensione statuale e a quella politico-partitica.
Purtroppo nonostante il lungo cammino siamo ancora all’anno zero. Ma noi genitori delle scuole cattoliche ci auguriamo che pur nelle vicende tumultuose della politica, si riesca presto a raggiungere un “approdo sicuro”. Siamo consapevoli che – nonostante la legge sulla parità scolastica (62/2000), emanata dall’allora ministro della Pubblica istruzione Luigi Berlinguer, abbia sancito con chiarezza che le scuole paritarie sono scuole pubbliche – la strada verso la reale parità tra scuole statali e non statali sia ancora difficile da percorrere. In questo passaggio, «La scuola o è pubblica o non è scuola», Berlinguer ha voluto ribadire a Rimini quali siano i termini essenziali della questione educativa.
L’AGeSC non si è mai stancata di affermare non solo il diritto, ma l’utilità di un sistema realmente paritario come oggettiva necessità per migliorare il livello di qualità globale del sistema di istruzione in Italia. Tema ampiamente ripreso e sviluppato dalla professoressa Emilia Guarnieri nel suo intervento a Rimini durante la sessione pubblica del consiglio nazionale AGeSC.
Giancarlo Frare – attuale presidente nazionale AGeSC – ha ripreso in una intervista alla rivista “Atempopieno” che la presenza dei genitori AGeSC nelle scuole cattoliche paritarie è da sempre motivata dalla consapevolezza che l’educazione coerente tra l’ambito famigliare e quello scolastico è un’opzione pedagogica alla quale non vogliamo rinunciare, nonostante il gravoso peso economico a cui le famiglie sono soggette.
La scuola italiana – prosegue Frare – soffre da molti anni di alcuni mali che faticano a trovare una soluzione. E certamente il drastico calo demografico non aiuta l’intero sistema educativo ed economico, ad uscire rapidamente da una fase di stagnazione delle idee.