45 anni di AGeSC: è necessario rilanciare un vero pluralismo educativo nel Paese
Domenica scorsa Papa Francesco ci ha richiamati a “non rinunciare ai grandi sogni a non accontentarci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti…..ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia.” E prosegue: ”Ma da dove si parte per realizzare grandi sogni? Dalle grandi scelte. Scelte banali portano a una vita banale, scelte grandi rendono grande la vita.” Ecco il richiamo alla libertà dell’Uomo nel suo agire nel mondo. Il Santo Padre quindi ci esorta: “Ma se scegliamo Dio diventiamo ogni giorno più amati e se scegliamo di amare diventiamo felici. È così, perché la bellezza delle scelte dipende dall’amore: non dimenticare questo. Gesù sa che se viviamo chiusi e indifferenti restiamo paralizzati, ma se ci spendiamo per gli altri diventiamo liberi.”
Queste parole ci aiutano a riflettere, alla vigilia del quarantacinquesimo “compleanno” di Agesc, su quante volte ci siamo accontentati anche di meno del dovuto, siamo stati costretti a restringere i nostri orizzonti, a fermarci lungo la strada verso la piena libertà di scelta educativa, senza discriminazioni economiche e sociali.
Oggi che l’emergenza sanitaria sta rendendo ancora più evidente l’emergenza educativa della Scuola italiana. Riaffiora prepotente la necessità di intervenire per un cambiamento nella Scuola. Serve ricercare nuove strade. Tutti concordano che il rilancio del nostro Paese deve ripartire dalla Scuola. Che non possiamo togliere il futuro ai nostri giovani. Ma poi, interessi corporativi e formule ideologiche vecchie sono pronti ad agire per non dare risposte alle istanze delle famiglie, degli studenti e dei docenti. Dalla società civile sono arrivati suggerimenti, disponibilità di persone e di strutture per non lasciare indietro nessuno. Ma si sono fatte solo scelte “ordinarie”. Come la chiusura delle scuole.
In questi giorni stiamo operando perché la Politica garantisca delle risorse per mantenere in vita la scuola paritaria, ma questo non è più sufficiente.
La pandemia ha reso evidente che il Sistema scolastico italiano, basato sul monopolio della scuola statale, non è più in grado di dare risposte adeguate alle nuove generazioni e alle esigenze di sviluppo del Paese. I dati OCSE PISA relegano l’Italia al 23° posto ma con grandi diversità nelle varie aree del Paese. Dove l’offerta formativa è plurale i risultati scolastici sono migliori, dove la scuola statale ha il monopolio quasi assoluto i dati sono sconfortanti.
Serve rilanciare un vero pluralismo educativo nel Paese, mettendo al centro dell’azione del Parlamento la Scuola, con progetti formativi, investimenti e risorse non solo materiali per rinnovarla nell'autonomia, svincolata da ideologie e corporativismi, dove la libertà di insegnamento e la libertà di scelta educativa possano finalmente camminare insieme verso una crescita delle nuove generazioni nella conoscenza e nella libertà.