L’AGeSC oggi: presenza importante nel mondo della scuola

L’AGeSC oggi: presenza importante nel mondo della scuola

Quando si parla di statistiche, indagini, dati e rilevazioni si usa spesso dire che sono “aridi”, perché nei numeri sfugge il dato essenziale che sono le persone, con le loro storie, che stanno “dietro” ai numeri. Questo vale anche per una associazione come la nostra, l’AGeSC, nata più di 45 anni fa in un contesto profondamente diverso da quello odierno, che però mai come in questo momento mostra e rileva l’importanza dell’esserci e soprattutto dello “stile” con il quale essere presenti.

L’AGeSC, l’acronimo sta per Associazione Genitori Scuole Cattoliche, ha nel suo DNA la passione per l’educazione che appartiene ad ogni genitore. Una passione che è la ricerca del modo migliore di stare accanto ai nostri figli, di educarli ed educarci insieme, di condividere quei valori che sono patrimonio dell’Umanesimo Cristiano. Operazione indubbiamente non facile, che ha bisogno di essere sostenuta ed accompagnata soprattutto quando si parla di scuola, vale a dire dell’agenzia educativa nella quale vivono ed imparano, per gran parte del loro tempo, i nostri ragazzi.

La scuola dunque, come palestra di vita, è l’ambito in cui siamo nati e nel quale operiamo da genitori per spirito di servizio e gratuità, avendo come faro il magistero del Papa e la dottrina sociale della Chiesa. In questo si inseriscono tutta una serie di attività tra le quali, in particolare, quelle formative rivolte in maniera specifica ai genitori.
Perché genitori consapevoli possano essere una risorsa importante nell'ambito dell'alleanza educativa scuola famiglia, partecipando attivamente al Patto educativo. A livello istituzionale siamo presenti ai tavoli di confronto ministeriali ed in tutte le commissioni con le altre associazioni pariteticamente riconosciute, per rappresentare le istanze delle famiglie e per arrivare ad ottenere l'effettiva “libertà di scelta educativa”, che in Italia ancora è preclusa a tanti nonostante siano passati ventidue anni dalla legge 62/2000 e che vede in Europa solo Italia e Grecia a condividere questa situazione, quando le altre nazioni hanno superato da molti decenni il dibattito , tutto italiano, tra funzione pubblica e gestione privata.
Il recente Consiglio Nazionale della nostra Associazione, che si è svolto a Milano il 22 e 23 ottobre scorsi, ha ripreso questi due ambiti proponendo una riflessione che, a partire dal titolo centrale dell’evento “SCUOLA: la persona al centro, offerta pluralitaria, inclusione, accoglienza, sostegno alle famiglie”, aveva come obiettivo il confronto con vari protagonisti del mondo della scuola e della società civile. Infatti è solo facendo rete e coinvolgendo anche il territorio che l’azione educativa, che deve essere in capo a tutta la società, può dimostrarsi costruttiva.

Il modello di scuola nel quale l'AGeSC si riconosce è quello che mette la persona al centro dell'alleanza educativa, valorizzandola con un percorso che sappia tener conto della sua storia, delle sue aspirazioni, aiutandola a scoprire e a farne crescere i talenti. Piace per questo l’immagine dell’armonia creata da una orchestra, dove tutti gli strumenti, anche i più piccoli e semplici, sono fondamentali per l’armonia quanto il primo violino. E’ forse sbagliato credere nell’importanza che, nel valutare gli studenti ma anche le singole persone, non ci si fermi solo alla loro intelligenza o efficienza, ma si tenga anche conto della fantasia, della sensibilità, della generosità che sanno esprimere?

Si è parlato molto recentemente di “merito”. Su questo siamo convinti che dobbiamo riflettere molto anche noi genitori, che talvolta siamo un po' presi da un meccanismo perverso, che ci porta a pensare, e di conseguenza ad agire, in un’ottica in cui il risultato, il voto, dice il valore di una persona. Spingendo sull’acceleratore del riconoscimento della meritocrazia come soluzione di dei mali italiani, potremmo esporci ad un grande rischio, quello di intossicare le relazioni e distruggere il tessuto comunitario su cui si regge l’intero edificio sociale e valoriale.
Ecco perché cerchiamo, ciascuno per il proprio ruolo e le proprie responsabilità, di lavorare per una scuola che abbia al suo orizzonte una formazione che sappia tenere insieme il merito, ma anche l’inclusione di tutti. Una scuola che non lascia indietro nessuno e nello stesso tempo sa curare e far crescere tutti “gli strumenti” di una orchestra che oggi si chiama classe e domani diventerà società civile.

Coltivare le capacità di chi è stato più fortunato nei talenti che possiede e quelle di chi invece fa più fatica a studiare è la sfida su cui da sempre si gioca la qualità della scuola e di conseguenza della società civile di una nazione.
Educando e lavorando in questa direzione, potremo anche recuperare la capacità di dare la giusta dignità ed il giusto valore a tutte le professioni, che oggi invece proprio a partire dalla scuola, e dalla scelta della scuola, finiscono talvolta per rimarcare steccati sociali.
Giusto quindi valorizzare il merito ma non a discapito della cura delle persone, di ogni persona, che deve restare centrale nell’azione educativa, perché ciascuno possa raggiungere la propria “eccellenza”. Solo così la scuola può tornare ad essere quell'ascensore sociale che aiuta a colmare il gap sociale e culturale.

Nell’impegno quotidiano di lavorare per questo scopo e con questo stile, le nostre scuole cattoliche vanno sostenute e aiutate. Ecco perché “Autonomia e libertà di scelta” sono uno dei nostri obiettivi primari che continuiamo a perseguire, cercando di essere presenti in tutte le sedi istituzionali dove si decide il futuro del nostro sistema scolastico pubblico, del quale le scuole cattoliche paritarie sono parte a pieno titolo. Crediamo, per questo, che il ruolo di AGeSC sia fondamentale all’interno del contributo che le scuole cattoliche offrono al sistema nazionale di istruzione e all’intera società italiana, assolutamente insostituibile per garantire qualità, libertà e pluralismo nell’azione educativa.