"Scuola al centro" una nuova beffa per le paritarie?
Comunicato Stampa congiunto AGeSC, CDO, FIDAE - Il Ministero riconosca anche alle scuole paritarie la possibilità di figurare quali capofila di reti.A seguito di numerose proteste, da parte delle scuole paritarie e delle associazioni che le rappresentano, per l’esclusione dal bando “Scuola al Centro”, meritevole iniziativa di contrasto alla dispersione scolastica e di inclusione sociale, il MIUR ha corretto il tiro ritoccando il testo.
Occorre riconoscere al Ministero il merito di aver accolto una legittima istanza e accettato di apportare modifiche a un bando già pubblicato.
Anche le paritarie, dunque, hanno ora diritto di partecipare, a condizione, però, che le scuole statali attivino con esse collaborazioni di rete. Purtroppo, però, nessuna scuola statale sta accettando o proponendo collaborazioni con le paritarie.
Probabilmente, in molti casi, non si ritiene opportuno condividere un già magro finanziamento; in altri, forse, ha inciso negativamente il poco tempo a disposizione, oppure persistono radicati pregiudizi che ostacolano una serena cooperazione fra scuole statali e paritarie. La debolezza, in ogni caso, risiede nel fatto le paritarie hanno la possibilità di partecipare solo come sorelle povere, senza i medesimi diritti.
Se si vuole davvero realizzare quella parità di trattamento che è prevista dalla nostra Costituzione e riconosciuta dalla Legge 62/2000, occorre dare alle paritarie la possibilità di partecipare a pieno titolo e in modo paritetico alle opportunità offerta alle statali. Nel caso in questione, pur auspicando che si attivino collaborazioni di rete, è necessario che anch’esse possano presentare progetti autonomamente e non accodandosi esclusivamente a scuole statali.
Le scriventi associazioni, pertanto, chiedono che il Ministero riconosca anche alle scuole paritarie la possibilità di figurare quali capofila di reti e che, in considerazione dei problemi verificatisi, siano procrastinati i termini di presentazione dei progetti.
Diversamente, quella che poteva essere una importante tappa sul cammino di una effettiva parità di trattamento fra scuole facenti parte del medesimo sistema nazionale di istruzione, rischia di trasformarsi nell’ennesima beffa per il sistema scolastico pubblico paritario, nonché per le famiglie e gli alunni che le hanno scelte.