DALLE FAMIGLIE UNA CHIARA RICHIESTA: APRIAMO LE SCUOLE
La scelta politica del Governo e delle Regioni, sia di centrodestra che di centrosinistra, di tener chiuse le scuole secondarie di II grado, e in parte anche quelle di I grado, fino al nuovo anno è una scelta dettata dalla mancanza di coraggio e di capacità di gestione.
Non si sono allestiti piani per il trasporto, non si sono stanziati fondi perché le scuole potessero organizzarsi autonomamente circa orari, ricerca di spazi, flessibilità nella gestione. Da marzo ad oggi l’unica scelta è stata la chiusura e, visto che nessun politico sta prospettando soluzioni alternative, è facile prevedere che a gennaio dopo due o tre settimane di riapertura, se il contagio riprendesse a salire, come è probabile viste le feste natalizie che favoriranno comunque i contatti, ancora una volta la soluzione sarà quella di chiudere.
Tutti a parole dicono che le scuole devono restare aperte, ma nei fatti le chiudono. “Chiudere le scuole serve a poco e costa molto” ha titolato efficacemente “Avvenire” ieri riportando dati e osservazioni a sostegno. L’OCSE ha parlato di una perdita del PIL dell’1,5% per cento anni a fronte di tre mesi di chiusura delle scuole: quanto ha perso finora l’Italia? La didattica a distanza serve ma non come quella in presenza (si parla del 30% in meno di efficacia) e lascia indietro quasi il 20% degli studenti. Tutta Europa tiene le scuole aperte e non sembra che stia peggio dell’Italia per questo.
Tenere chiuse ancora le scuole è una scelta politica che pagheranno pesantemente gli studenti e le famiglie italiane nonché lo sviluppo sociale ed economico del Paese. Occorre invertire la rotta e aprire le scuole statali e paritarie facendo tutto ciò che serve per questo obiettivo.