1975 - 2020 Quarantacinque anni di AGeSC

1975 - 2020 Quarantacinque anni di AGeSC

2020 - Un Anno per rinsaldare l’alleanza della scuola con i genitori
Molte persone desiderano gettare alle spalle il 2020 “annus horribilis”. Anche per la Scuola.
Ma è proprio tutto da buttare? La scuola italiana ha dovuto affrontare la gestione in emergenza della pandemia con esperienze splendide di dedizione di dirigenti e docenti e attiva collaborazione delle famiglie in una sorta di prova generale per verificare sul campo l’applicazione del patto educativo di corresponsabilità. Ma ci sono state anche profonde lacerazioni tra scuole e famiglie dove la mancata assunzione di responsabilità nella ricerca di garantire il servizio educativo alle giovani generazioni ha portato alla chiusura generalizzata di molte scuole con la sospensione del servizio educativo che lascerà profonde ferite.
Ma questa esperienza faticosa come è stata vissuta nelle scuole paritarie cattoliche? I gestori hanno compreso fin da subito che era necessario coniugare in applicazioni pratiche nelle proprie scuole le indicazioni sanitarie e le disposizioni delle autorità. Sanificazione degli ambienti, distanziamento, uso di dispositivi di protezione individuali, igiene e disinfezione di mani e strumenti (banchi ecc.).
Tutto bene. Si, anzi, No. Pronti da subito si è dovuto procedere in base alle disposizioni di legge: sospensione nell’infanzia, didattica a distanza per le altre scuole. La collaborazione esterna delle famiglie è stata importante anche se le difficoltà, anche economiche, sono risultate pesanti. Il sistema ha tenuto.
Ma alle scuole paritarie cattoliche è mancata la collaborazione attiva nella vita scolastica delle famiglie. Molti gestori si sono sentiti più “soli” nell’esperienza educativa dei nostri figli. Esclusi per legge dalle scuole, i genitori si sono messi alla ricerca di una modalità nuova per collaborare con i gestori e questi ultimi si sono anch’essi messi alla ricerca di una vicinanza diversa dei genitori. In molte scuole si è ripresa l’attività associativa mentre in altre è più faticoso.
Ma in tutte si è desiderosi di ritrovare la collaborazione su cose importanti, perché la pandemia ha cancellato molte delle certezze della società moderna, facendoci scoprire più indifesi e insicuri. In realtà abbiamo ridisegnato le nostre priorità, cancellando il superfluo. L’educazione delle nuove generazioni è tornata al centro dell’interesse di tutti.
I nostri rappresentanti politici hanno riscoperto la Scuola come motore per la ripresa del Paese e l’importanza delle famiglie come vero collante della società. Riprendiamo il nostro cammino di educatori, insieme, nelle “nostre” scuole.
Perché il futuro ha bisogno di noi e non sarà più come prima.
Giancarlo Frare - Presidente Nazionale AGeSC


E usciron a rimirar la stella...cometa
E’ oramai passato un anno da quando con un “calambour” o gioco di parole scrissi duemilaeventi. Sarebbe stato l’anno delle celebrazioni del 45° e del pre Congresso fitto e denso di avvenimenti. Ma il destino beffardo ha voluto diversamente ed abbiamo tutti vissuto un’epoca che ha riscritto la storia.
Il pensiero va ai più piccoli che conserveranno nella mente e nei loro cuori questo periodo (alcuni pensieri disegnati sono a pag.18 e 19).
Ma dobbiamo ricordare anche il dolore dei malati e dei loro familiari; il lutto di chi ha perduto persone care, senza nemmeno poterle accompagnare; la disperazione di chi ha visto svanire il lavoro e i risparmi; il lavoro infaticabile di medici, infermieri, personale sanitario, educatori e operatori dei servizi essenziali. La scuola ha proseguito per i più piccoli una scelta saggia ma anche un incoraggiamento che ha potuto far continuare una relazione educativa che coinvolge i ragazzi che sono stati aiutati a crescere nella conoscenza dagli insegnanti in stretta connessione con le famiglie. Se c’è una cosa che tutti stiamo cercando di imparare dall’esperienza della pandemia è la riscoperta dell’essenziale; e l’essenziale ha a che fare con le relazioni. Ne abbiamo patito l’assenza e le restrizioni, ci sono mancati gli incontri “in presenza” - i collegamenti “da remoto”, per quanto utili, non sopperiscono all’assenza del corpo - e abbiamo compreso una volta di più che tutto è dono e non è diritto acquisito: la salute, la passeggiata, il caffè al bar, la visita ai propri cari, lo sport, la scuola e persino la Messa. Potremo uscire da questa pandemia assumendo il vaccino della fraternità per continuare a coltivare la speranza e uscire fuori a rimirare quel cielo pieno di stelle che illuminano il buio del nostro cuore, per spargere raggi di luce, per dare conforto ai più fragili e riportarci a benedire la vita e tutte quelle piccole cose che solo ora stiamo riscoprendo. Natale siamo noi, ogni volta che riusciamo a non dimenticare chi siamo davvero e a dare un senso a tutto ciò che, senza di noi, un senso non l’avrebbe mai.
Sotto l’albero, mettiamo il meglio di noi: nessuno riceverà mai un regalo più grande e nessuno vivrà mai un anno migliore.
Massimo Malagoli - Direttore Responsabile di Atempopieno