Quando il gender diventa ideologia
Studi Cattoloci 655 - di Franco Olearo > Settembre 2015La riforma della scuola è legge dal 15 luglio 2015. Al comma 16 viene chiarito che il piano triennale avrà il compito di promuovere «nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni». Negli stessi giorni veniva diffuso il testo di una circolare del ministro per la Pubblica istruzione dove si chiariva che «le famiglie hanno il diritto, ma anche il dovere, di conoscere prima dell’iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del Piano dell’Offerta Formativa e, per la scuola secondaria, sottoscrivere formalmente il Patto Educativo di corresponsabilità per condividere in maniera dettagliata diritti e doveri nel rapporto tra istituzione scolastica autonoma, studenti e famiglie»...
Il tema dell’identità sessuale della persona umana è, oggi, fra i più dibattuti: da quando la cosiddetta “teoria di genere” è uscita dalla nicchia accademica ed ha invaso la scena giuridica internazionale, coinvolgendo intere società nazionali in un lavoro di ristrutturazione secondo schemi antropologici inediti, ogni giorno le varie agenzie mediatiche propongono dibattiti ed eventi ad hoc.
Nel grande caos che regna sul tema, a fronte di una sorta di “pensiero unico” che pretende di imporsi per via amministrativa, legislativa, mediatica, e secondo il quale l’identità umana deve essere “rifondata” a partire dalla sua struttura più profonda, affettiva - sessuale, è indispensabile fare chiarezza, partendo proprio dai
termini e dalle parole utilizzate.
Si avverte il bisogno di proporre una sorta di “glossario del gender” che, dissipando la tanta confusione in atto, favorisca quella chiara conoscenza, che è indispensabile per affrontare una questione che pretende di imporre una radicale rielaborazione dell’umano che la storia ci ha consegnato, all’ominide ai nostri giorni.
Quella del “gender” è una delle sfide più grandi per l’uomo contemporaneo: si tratta di una delle ideologie più perniciose per l’uomo, a causa dell’attacco violento e diretto ai fondamenti dell’antropologia, con la messa in discussione dell’esistenza stessa di una natura umana sulla quale si fondano i principali valori ai quali l’uomo da sempre si ispira. Una ideologia, quella del gender, che opera una vera e propria negazione della realtà, affermando che l’identità sessuale di una persona – maschio o femmina – non sarebbe più una dimensione determinante, ma un elemento per così dire “accessorio e marginale” della personalità: l’essere maschio o femmina, quindi, non dipenderebbe dal sesso con cui una persona nasce, ma da una scelta dell’individuo, condizionata anche dalla cultura della società in cui vive. E’ evidente che questa rivoluzione antropologica richiede una attenzione educativa del tutto nuova da parte di chi (genitore, insegnante, educatore) è chiamato a formare e orientare i giovani, i quali già adesso si trovano a crescere in un contesto che mette in discussione un elemento fondamentale come la differenza sessuale tra uomo e donna, cardine su cui ognuno costruisce la propria identità...
I temi cosiddetti “eticamente sensibili” o della “biopolitica” suscitano, quasi visceralmente, reazioni di schieramento fra ideologie contrapposte, che impediscono che argomenti complessi e delicati vengano affrontati in spirito di ricerca, collaborazione e dialogo, utilizzando lo strumento più “neutro” di cui disponiamo: la ragione, che produce argomentazione razionale.
Nella speranza che non sia l’ennesimo buco nell’acqua, proviamo ad affrontare il tema della omogenitorialità, evitando sia argomentazioni ideologiche o confessionali, sia schieramenti precostituiti politici o partitici.
Negli ultimi anni, nel dibattito pubblico è stato introdotto il tema della cosiddetta “omogenitorialità”, da cui si vorrebbe derivare il diritto di adottare bambini da parte di coppie gay.
Il fatto che le coppie eterosessuali lo possano fare e quelle omosessuali no, viene presentato come un’intollerabile discriminazione.
Prescindendo dagli aspetti antropologici e giuridici (che non sono di poco conto), l’argomento “scientifico” che viene opposto è l’affermazione perentoria che esistono evidenze scientifiche che permettono di affermare che le coppie omosessuali sono parimenti idonee a quelle eterosessuali, ai fini dello sviluppo psicofisico e delbenessere generale dei bambini.