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La Festa della mamma: bellezza (e responsabilità) di essere genitori

La ricorrenza cara alle famiglie

Ci sono date, feste, celebrazioni che più di altre rivestono un carattere universale ed al tempo stesso intimo. Una di queste è senza dubbio la festa che celebra la “mamma”, collocata in Italia e in moti Paesi del mondo la seconda domenica di maggio non a caso mese che la devozione popolare e la Chiesa dedicano a Maria, “La Mamma” per eccellenza.

Se andassimo alla ricerca, tra i mille dialetti, dei nomi con i quali chiamiamo mamma scopriremmo un’infinità di termini molto diversi tra loro che hanno però un denominatore comune: mamma, madre, è il cuore della famiglia, il pilastro della casa se non la casa stessa. In alcune regioni e zone d’Italia addirittura il termine è ricorrente nei giochi dei bambini come il luogo centrale a cui tutto viene ricondotto.

Mettendo da una parte il romanticismo e quel senso di amarcord che ci pervade quando pensiamo alla mamma, la nostra mamma, la riflessione che ci viene spontanea non può prescindere dalla complessità dell’essere madre oggi. Da genitori che guardano alla scuola come luogo di riferimento per l’opera educativa e formativa dei propri figli il pensiero va alle tante insegnanti, donne e madri, che con non senza fatica e con grande impegno cercano di trasferire in un’aula, tra gli studenti, oltre che la loro professionalità anche la loro sensibilità di madri, oseremmo dire il loro “amore” di madri.

Un compito, un ruolo, che definire complesso è dir poco in questo tempo del tutto e subito. Essere madri oggi, essere padri oggi se da un lato non è semplice, dall’altro è necessario. La complessità del mondo in cui viviamo, dove ogni anniversario, se non è un pretesto commerciale, rischia di caricarsi di significati politici o ideologici, la Festa della Mamma dovrebbe rappresentare un momento condiviso e sentito da tutti. In realtà anche questa festa rischia di caricarsi di significati che sfidano alcune posizioni talvolta propugnate con spirito propagandistico e che invece devono essere affrontate con grande attenzione. Il valore della maternità oggi deve porsi come punto di riferimento per la valorizzazione e il rilancio della famiglia. L’amore di una madre, di un padre, può e deve essere vissuto come richiamo a relazioni autentiche. Solo così, dall’esempio, potremo crescere figli in grado di riscattarsi da mode o prescrizioni che nulla hanno a che vedere con il senso profondo di una relazione genitoriale. Nelle scuole oggi incrociamo tanti genitori, tante madri che hanno obiettivamente, come del resto tutti noi, il bisogno di confrontarsi, di ascoltare ed essere ascoltate, di essere anche sostenute; potremmo dire che abbiamo bisogno di condivisione e di “testimoni” se non di modelli.

Il nodo della questione è, per l’appunto, quale concetto di famiglia vogliamo testimoniare oggi, senza spirito di conquista, ma con la ferma convinzione che la testimonianza deve essere decisa e serena. In quest’ottica abbiamo tutti bisogno di tornare a riscoprire il bello dell’essere genitori; la bellezza, faticosa certo, dell’assumerci la responsabilità genitoriale di stare accanto ai nostri ragazzi testimoniando il valore degli affetti vissuti con gioia.

Essere Associazione di genitori oggi, cercare di essere “famiglia” di genitori all’interno del vasto mondo della scuola pubblica paritaria cattolica è avere il coraggio di dirci e di dirsi quali sono i valori che ci appartengono e ai quali non possiamo rinunciare. L’amore, la cura, il “mi interessa”, come direbbe don Milani, fanno parte di questo: della nostra identità.

La Festa della Mamma va dunque ben oltre una dolciastra ricorrenza grondante di sentimentalismo nostalgico, artificioso e occasionale; si tratta di una festa che ci stimola e ci ricorda tutto questo insieme ai tanti volti, alle storie che evoca e che sono, per ciascuno, uniche ed indimenticabili.

L’Amore di una madre, quello con la A maiuscola, è quello che fa la differenza e che nel rapporto genitoriale sa educare alla libertà del cuore e alla responsabilità del pensiero, della ragione. Dio sa quanto abbiamo oggi bisogno di uomini e donne liberi, pensanti, svincolati da omologazioni e comportamenti appiattiti sulla logica del consumo e del profitto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte:Avvenire