“Scuola e Genitori tra diritti e doveri”

Paritarie perché secondo la legge 62/2000, legge Berlinguer, hanno i presupposti e le condizioni per svolgere, come in effetti svolgono, un servizio pubblico.

Con l’approssimarsi del varo della legge di stabilità diventano un po’ più chiare le decisioni che il Governo Italiano intende prendere per investire le risorse che ha a disposizione.
Tra crisi economica, terremoto e accoglienza doverosa di chi fugge da guerra e fame, le risorse non sono molte. Tra i provvedimenti previsti nella legge di stabilità c’è l’aumento di 100 milioni di euro della dotazione per le scuole pubbliche paritarie.
Paritarie perché secondo la legge 62/2000, legge Berlinguer, hanno i presupposti e le condizioni per svolgere, come in effetti svolgono, un servizio pubblico.
Rileggendo l’articolo 30 della Costituzione Italiana, i genitori trovano richiamato il loro lavoro quotidiano poiché si afferma che “è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio”. La Carta cioè riconosce che la famiglia è titolare di diritti inviolabili e fra questi rientra il diritto-dovere all’educazione dei figli.
Nel comma 2 dell’articolo 3 si afferma inoltre che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...”. Se questi ostacoli esistono, lo Stato deve intervenire per rimuoverli. Se la libertà di scelta della scuola, che è espressione del diritto-dovere dei genitori all’educazione dei figli, è ostacolata per motivi di reddito, lo Stato deve intervenire.
Non è questione di scelta tra una scuola statale e una non statale, è in gioco la libertà che è un bene per tutti. E’ in gioco anche la qualità della scuola che per essere tale, come dimostra tutta la ricerca internazionale, necessita di un sistema integrato di scuole statali e non. Si tratta pertanto di estendere l’ampiezza di questa libertà di scelta. Perciò si fatica a capire l’immediata levata di scudi contro i finanziamenti alle paritarie di alcune parti politiche che parlano di scuola solo in queste occasioni con argomentazioni ideologiche retrograde.
Il problema che invece tutta la politica deve porsi è se si vuole salvare il pluralismo scolastico in Italia e perciò la presenza della scuola paritaria. Cento milioni – parte dei quali comunque andrà anche ai genitori di scuola statale – sono certo un passo in avanti, ma a fronte di una situazione che negli ultimi tre anni ha visto la chiusura di centinaia di scuole paritarie è diventato necessario un consistente intervento risolutivo, altrimenti si rischia che comunque la maggioranza delle scuole paritarie chiuda, rinunciando così definitivamente a un sistema pluralistico e sprecando quanto si sta investendo. Dopo la finanziaria l’AGeSC si aspetta che si affronti il problema trovando una soluzione.
E’ arrivato il momento di puntare uniti e decisi per sostenere tutto il mondo della scuola che ha bisogno di scelte precise verso l’autonomia, l’equità, la qualità e la libertà di scelta dei genitori e degli insegnanti. Le indagini sulla sicurezza degli edifici scolastici (Cittadinanza Attiva), sulle mense a scuola (Save The Children: il 40% degli Istituti è privo del servizio), sul desiderio dei genitori di poter scegliere più liberamente la scuola per i propri figli (ricerca AGeSC 2010), chiedono al nostro Governo e al Parlamento di dare priorità al tema dell’educazione/istruzione.
Quando la libertà di scelta scolastica viene negata o limitata da ostacoli di ordine giuridico ed economico, ad essere negato e limitato è uno dei diritti fondamentali riconosciuti dalla Costituzione Italiana e da tutte le Carte internazionali dei diritti dell’uomo e dei fanciulli.